Avviare rapporti di collaborazione tra il Comune di Bologna ed i territori di origine di giovani studenti o lavoratori meridionali emigrati nel capoluogo emiliano. Favorire lo sviluppo di relazioni inter-territoriali che possano arricchire entrambe le aree, anziché rappresentare una perdita di valore per il Mezzogiorno. Superare il dualismo tra aree geografiche che sembra ispirare i disegni di autonomia differenziata che rischiano di acuire i divari tra regioni più o meno ricche; scommettere su forme di collaborazione nelle quali la competizione ceda il passo a un tipo di cooperazione biunivoca, dalla quale entrambi i territori traggano vantaggi, salvaguardando i principi di uguaglianza e solidarietà nazionale.
Sono, questi, i contenuti e gli obiettivi alla base dell’intesa proposta dai Sindaci della Rete Recovery Sud che sarà presentata oggi (venerdì 18) in un incontro ad hoc al Primo Cittadino Matteo Lepore e al quale, in rappresentanza della Calabria, parteciperà anche il Sindaco Filomena Greco.
È quanto fa sapere lo stesso Primo Cittadino invitando tutti i calabresi che vivono e lavorano a Bologna a partecipare all’evento che si terrà alle ore 17,30, ospitato da L’altro Spazio di via Nazario Sauro, 24F ed informando che questo è il primo di una serie di incontri che coinvolgerà anche altre Città del Nord.
Inseparabili! Progetti di cooperazione Nord-Sud vs autonomia differenziata. I giovani meridionali di Bologna incontrano i Sindaci del Sud. – È, questo, il tema dell’incontro al quale interverrà la Greco, insieme ai colleghi Davide Carlucci di Acquaviva delle Fonti, Mario Cicero di Castelbuono, in provincia di Palermo e Vito Fusco di Castelpoto, in provincia di Benevento.
L’idea alla base dell’intesa è quella di creare opportunità per i territori di origine e quelli di destinazione. Quelli di origine potrebbero continuare a mantenere collegamenti con cittadini che hanno acquisito nuove conoscenze, abilità e relazioni da mettere a disposizione delle comunità locali attraverso stage, tirocini formativi, corsi, coinvolgendo attivamente aziende, università, istituzioni, cooperative e altri stakeholder bolognesi che potrebbero avere un rapporto privilegiato con i comuni di origine e con il loro tessuto produttivo. Gli enti locali si impegnerebbero reciprocamente a favorire tali processi, mettendo a disposizione spazi pubblici e sollecitando la mutua ospitalità da parte di privati, attivando sinergie con istituzioni scolastiche, università, camere di commercio, associazioni datoriali, centri per l’impiego, realtà del terzo settore, accompagnando progetti di scambio che vedano come protagonisti i giovani emigrati