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Il Comune di Sellia Marina guidato dal sindaco Walter Placida consegna alla storia Giuditta Levato con la scultura di Luigi Verrino

Non si erano mai viste tante autorità, concentrate nella Sala delle Culture di Sellia Marina, come per  la prima 𝗲𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 “𝗙𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗥𝗮𝗱𝗶𝗰𝗶”:  il sindaco Walter Placida, il prefetto Castrese De Rosa, la presidente Fidapa Catanzaro Rossella Barillari, il presidente del Gal Due Mari Francesco Esposito,  la segretaria regionale Cgil Caterina Vaiti, il presidente Confagricoltura Calabria Alberto Statti, il presidente della Provincia Amedeo Mormile, il consigliere regionale e presidente Flag Jonio Ernesto Alecci,  l’artista Luigi Verrino autore della preziosa scultura di Giuditta Levato, i nipoti di Giuditta Levato Sonia, Lea e Loris Scumaci, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso; il politico Franco Cimino, i sindaci di Sersale Carmine Capellupo, di Cropani Raffaele Mercurio, di Botricello Simone Puccio, il comandante della Compagnia Carabinieri di Sellia Marina capitano Michele Gambuto.

Walter Placida da sapiente padrone di casa, dopo l’apertura del moderatore Vittorio Giummo, ha descritto quelle che sono state le tappe che hanno portato all’installazione della statua di Giuditta Levato. Dalla volontà della conoscenza collettiva, all’incontro col maestro Verrino, determinante per la realizzazione dell’opera.
L’intervento del primo cittadino, a tratti molto empatico, ha voluto rimarcare l’importanza sociale della memoria storica. Volendo cercare un modo per garantire l’immortalità a Giuditta Levato, donna che, uccisa più volte, meritava di essere omaggiata di un fregio così grande.

Intervento di grande rilievo quello del Prefetto De Rosa: parole impegnative di alta levatura, un monito in primis a coloro i quali rappresentano nelle schiere più alte, il popolo. Ha ribadito in più di una fase, quanto sia necessario riconnettersi con la gente, di quanto sia doveroso, da parte di chi rappresenta lo Stato, scendere di livello ed ascoltare chi ha bisogno. In generale quello del Prefetto, è stato un intervento quasi da bigliettino da visita con su scritto: io ci sono, sono qui per voi.

Tutti gli interventi hanno toccato il tema centrale della serata, quello della rievocazione ai diritti del lavoro, alla terra, al riscatto. In chiave più femminista l’ Avvocato Rossella Barillari, più forte il grido di Caterina Vaiti. Alecci ha sottolineato l’importanza del lascito futuro coinvolgendo anche i più giovani. Sulla scia dell’importanza della storia e dello sviluppo del territorio le parole del presidente della Provincia Mormile e di Esposito. Di arte, naturalmente, ha parlato lo scultore Luigi Verrino e di come è nata la sua opera grandiosa. Franco Cimino ha chiuso il dibattito congratulandosi con l’amministrazione comunale ed esaltando la figura di Giuditta Levato, magistralmente rappresentata da Verrino. Infine Cimino ha lodato Luigi Verrino, grande artista e benefattore.

Consegnate delle targhe ai nipoti di Giuditta Levato presenti in sala ed al maestro Verrino, la cerimonia si è spostata in Via San Francesco da Paola per l’apertura del “Parco Verde di Pinocchio”;  taglio del nastro e benedizione solenne, ma  il momento più emozionante della serata è stato la scopertura della statua di Giuditta Levato, davanti al celebre scultore Luigi Verrino, con l’intitolazione della Piazza proprio a Giuditta Levato. La struggente scultura raffigura la bracciante agricola, che era incinta di sette mesi del suo terzo figlio, nel momento in cui viene colpita dalla fucilata di chi si contrapponeva all’occupazione delle terre. Tutti i presenti sono rimasti incantati davanti alla bellezza e drammaticità della scultura, tutti hanno voluto fotografarla mentre il maestro Verrino dava spiegazioni sulla realizzazione. A margine dell’evento, il Prefetto De Rosa ha annunciato che si recherà in visita alla Galleria Arte Spazio di Catanzaro di Luigi Verrino per ammirare le sue opere. Visibilmente soddisfatti il sindaco Placida, il vicesindaco Chiara Bonofiglio e i tanti amministratori comunali presenti. La statua trasmette tutta la tragedia  di Giuditta Levato, caduta per la terra a Calabricata. La bracciante agricola venne colpita da una fucilata durante l’occupazione delle terre. È ancora viva e struggente la  testimonianza nell’estate scorsa di un figlio di Giuditta, Carmine Scumaci, che alla cerimonia del Premio Mar Jonio fondato e presieduto da Luigi Stanizzi, ha raccontato di quando da bambino a Calabricata sentì un sparo e corse in quella direzione:  trovò la mamma a terra col ventre sanguinante, con tanti contadini intorno. La mamma era incinta, morì dopo qualche giorno col bimbo in grembo. Carmine  aveva 9 anni, rimase  orfano con un altro fratellino, Salvatore. La cerimonia a tratti è stata davvero commovente nella rievocazione di questa tragica pagina del passato, che l’amministrazione comunale di Sellia Marina ha saputo meritoriamente consegnare alla storia. A questo proposito, di grande suggestione il testo a firma di Giuseppe Talarico scolpito nel marmo del monumento a Giuditta Levato di Luigi Verrino. In chiusura, intrattenimento con il Gruppo di musica popolare e degustazioni, mentre i bambini scorrazzavano felici nel Parco Verde di Pinocchio appena inaugurato.

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