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La Chiesa di Lamezia si appresta a vivere la festa dei suoi Santi Patroni Pietro e Paolo

La Chiesa di Lamezia si appresta a vivere la festa dei suoi Santi Patroni Pietro e Paolo. In questi giorni, infatti, in Cattedrale, accompagnati dalle loro comunità, alcuni sacerdoti della Diocesi si stanno alternando nell’officiare le Sante Messe in preparazione della festa del 29 giugno prossimo quando il Vescovo, monsignor Serafino Parisi, presiederà due Celebrazioni Eucaristiche: alle 10.30, con la presenza del Clero diocesano, ed alle 18.30 al termine della quale si svolgerà la processione.

 

“Simone, figlio di Giona e fratello di Andrea – è scritto nel martirologio di queste due figure importanti e fondamentali per la storia Chiesa universale e non solo per quella del primo secolo – , primo tra i discepoli professò che Gesù era il Cristo, Figlio del Dio vivente, dal quale fu chiamato Pietro. Paolo, Apostolo delle genti, predicò ai Giudei e ai Greci Cristo crocifisso. Entrambi nella fede e nell’amore di Gesù Cristo annunciarono il Vangelo nella città di Roma e morirono martiri sotto l’imperatore Nerone: il primo, come dice la tradizione, crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale, il secondo trafitto con la spada e sepolto sulla via Ostiense. In questo giorno tutto il mondo con uguale onore e venerazione celebra il loro trionfo”.

 

Nato a Betsaida in Galilea, Pietro, era pescatore a Cafarnao, divenendo apostolo di Gesù dopo che questi lo chiamò a seguirlo presso il lago di Galilea e dopo che ebbe assistito alla pesca miracolosa. Da sempre tra i discepoli più vicini a Gesù fu l’unico, insieme al “discepolo prediletto”, a seguirLo nella casa del sommo sacerdote Caifa. Datosi alla fuga dopo aver rinnegato tre volte il Cristo, come lo stesso gli aveva predetto, Pietro ricevette il mandato di fare da guida alla comunità dei discepoli.

Morì tra il 64 e il 67 durante la persecuzione anticristiana di Nerone.

Originario di Tarso, invece, Paolo era un persecutore dei cristiani prima di incontrare il Risorto sulla via di Damasco e convertirsi al Cristianesimo divenendo punto centrale nell’evangelizzazione dei popoli pagani del Mediterraneo.

Morì anch’egli a Roma tra il 64 e il 67.

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