“La radicata presenza sul territorio di compagini di criminalità organizzata si traduce anche in un consistente fenomeno di criminalità minorile. Segnatamente, l’articolazione di tipo familiare delle consorterie locali comporta il diretto coinvolgimento dei minori nell’agire delinquenziale degli adulti, anche in ragione delle forme di premialità che caratterizzano il processo minorile”. Lo ha rilevato la presidente facente funzioni della Corte d’Appello di Catanzaro, Gabriella Reillo, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Rimanendo in tema di minori, Reillo ritiene allarmante l’aumento dei reati commessi col mezzo informatico e in particolare diffamazione, revenge porn e cyberbullismo. “Ma ancora più preoccupante – ha affermato – è la serialità di episodi di aggressioni, commessi registrando e divulgando scene di violenza che vengono poste in essere da ragazzi nei confronti dei loro coetanei più deboli e vulnerabili”.
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Per quanto riguarda, invece, i figli di collaboratori di giustizia sono stati posti dalla Procura Minorile in percorsi attuati in collaborazione con il Tribunale dei minorenni e la Procura di Catanzaro. Una iniziativa che coinvolge anche i figli di soggetti appartenenti a compagini mafiose vittime di forme di indottrinamento.