Si svolgerà sabato 19 agosto presso il Lido Eolo di Gizzeria Lido (CZ) alle 21.30, il secondo appuntamento per la presentazione del libro “34% La storia di una legge per il Sud – La questione meridionale a Bruxelles”, di Rosella Cerra e Roberto Longo. Porterà i saluti istituzionali il sindaco di Gizzeria Francesco Argento. Saranno presenti, oltre agli autori, Cinzia Lamberti, discendente dell’omonima famiglia citata nel libro. Modererà la giornalista Maria Teresa Notarianni.
Un libro che racconta le fasi che hanno portato all’applicazione della “clausola del 34%”, ossia la ripartizione dei fondi dello Stato in conto capitale alle regioni del Sud Italia in proporzione al numero della popolazione. Il 34% è proprio la percentuale del Sud Italia. Una legge la cui applicazione è stata caldeggiata fin dal suo insediamento dal ministro per il Sud Barbara Lezzi. È lei che ha scritto la prefazione al libro, rimarcando che a tutt’oggi tale clausola trova ancora difficoltà nell’essere applicata a pieno.
La prima presentazione si è svolta domenica 13 agosto, dalle ore 21, a Stignano.
È stata scelta questa città per la prima presentazione del libro perché collegata alla Città del Sole e a Tommaso Campanella. La casa editrice è proprio “La Città del Sole” di Reggio Calabria. Lo precisa Rosella Cerra nell’introdurre l’incontro del 13 agosto. Ripercorre le fasi che hanno portato alla definizione della legge. Un percorso lungo che ha inizio nel 2015 quando lei e Roberto Longo portarono una petizione, corredata da oltre 10mila firme a Bruxelles, all’attenzione della Commissione Petizioni. In quella petizione si portavano due istanze: la revisione storica della storia del Sud Italia e l’applicazione della clausola del 34%. Si chiedeva inoltre l’istituzione di una commissione di inchiesta che indagasse sui motivi dei mali del Sud e sulla nascita della questione meridionale. Ma Stignano e tutto l’ex regio demanio di Stilo rappresentano anche il luogo della prima grande siderurgia della penisola italiana ove fu creata la prima fabbrica d’armi d’Italia ad opera della famiglia Lamberti prima dell’unità d’Italia.
Ne ripercorre l’importanza Alfredo Fulco del Centro Studi Storici “Le Calabrie”, prendendo la parola dopo i saluti del sindaco Pino Trono. Stignano era un luogo ricco, legato in particolare all’attività imprenditoriale di Giuseppe Lamberti.
Michele Albanese modera l’incontro. Ma fa delle riflessioni sulla attuale situazione economica e politica italiana. In particolare, si sofferma sulla classe politica meridionale. Parte da una domanda: perché Lamberti? Fra i relatori è presente anche Cinzia Lamberti, discendente diretta della Famiglia di nobili imprenditori che gestirono anche le miniere e le ferriere della vallata dello Stilaro che hanno rappresentato per secoli il potere economico e sociale del Regio demanio di Stilo.
Roberto Longo evidenzia come, fatta la legge, si è trovato il modo di non applicarla o applicarla male, come nel caso eclatante dei fondi del PNRR. Quei fondi avrebbero dovuto essere stati ripartiti seguendo tre criteri. Oltre al numero della popolazione, anche in relazione al tasso di disoccupazione ed al PIL pro capite. Questi sono i criteri utilizzati dall’UE per la ripartizione dei fondi ai singoli Stati. Ed è basandosi su questi criteri che l’Italia ha avuto la fetta maggiore. Ma disoccupazione e pil pro-capite sono gli elementi che hanno determinato il peso maggiore proprio per le condizioni del Sud Italia e non certo per il Centro Nord.
Ecco perché la rivendicazione era quella di seguire questi criteri anche per la suddivisone nelle due macroaree italiane, Centro-Nord e Sud-Isole. Ma così non è stato. Questa volta il principio seguito è stato quello dell’applicazione della clausola del 34%. Un bluff. Questo deve valere solo per i finanziamenti dello Stato italiano, non per quelli dell’Unione Europea, che storicamente hanno altri criteri. La maggior parte legati al superamento dei divari e dei ritardi di alcune aree di un Paese rispetto ad altre. Applicando i criteri utilizzati dall’Europa al Sud Italia ed Isole sarebbe dovuto andare il 70% delle risorse del PNRR. Entra maggiormente nello specifico la Cerra, la quale, avendo applicato la formula, ha ottenuto un risultato addirittura maggiore del 70% per il Sud e le Isole. Nel libro sono contenute le rivendicazioni e le ulteriori petizioni mandate in Europa, anche quelle della rete dei sindaci del Recovery Sud. E le risposte dell’Europa, che ancora una volta ascolta e dà ragione ai cittadini, contro un governo nazionale sordo che continua, ancora oggi, a tagliare fondi al Sud. Il riferimento è alla rimodulazione dei fondi del PNRR che in questi ultimi giorni ha riguardato gli enti locali.
Lo precisa Michele Albanese prendendo la parola, e ricordando che questi tagli riguardano anche i beni confiscati alle mafie. Un tema che lo coinvolge personalmente, vivendo egli stesso sotto scorta per la sua attività di giornalista dal 2014, quando la ‘ndrangheta aveva pianificato di farlo saltare in aria.
Riprende la parola il sindaco Trono, evidenziando quanto sia difficile gestire progetti quando i finanziamenti vengono revocati anche in corso d’opera, senza chiare motivazioni, lasciando gli enti nella marginalità e nell’impossibilità di agire per il meglio della comunità. Fa un riferimento anche al mancato finanziamento della ristrutturazione del castelletto di San Fili di cui si parla nel libro costruito dai Lamberti agli inizi del 700, per finanziare invece i “bunker della mafia” [il riferimento è al finanziamento del “Cis Calabria – Svelare la Bellezza”, ed il progetto è del comune di Platì di due milioni e 200 mila euro per convertire i bunker in musei]
Conclude la presentazione Cinzia Lamberti che, rimarcando l’importanza dei luoghi propri della Città del Sole, testimoni di una prima rivoluzione industriale, pone l’accento sull’importanza di aver reso “i fatti muti” in narranti, attraverso un racconto veritiero, al fine di testimoniare un passato fulgido; infatti, conoscere la storia e praticare consapevolmente le ricchezze storiche ed artistiche del proprio territorio devono essere considerate fondamentali perché contribuiscono a dare a ciascuno una base di quelle disposizioni e preparazioni sulle quali deve innestarsi il proprio futuro attraverso il “posse, nosse et velle”, per dirla come l’illustre conterraneo Tommaso Campanella, affinché si possa imparare, mediante la piena consapevolezza di sé e della propria storia, ad essere parte integrante ed integrata del tessuto locale, nazionale ed europeo.