Migrazioni come passaggi, incroci di culture, migrazioni come radicamenti, incisioni di vita sociale. Si presenta così il Festival delle Migrazioni – da oggi fino al 18 agosto a Badolato – ideato e diretto dai registi e autori Saverio Tavano e Eugenio Lijoi, organizzato da Meridiano16, e realizzato grazie al sostegno della Fondazione Calabria Film Commission e con il patrocinio del Comune di Badolato.
Il cinema d’autore si presenta in tre giornate intense tra masterclass, proiezioni e performance musicali: sedici gli eventi in cartellone, per creare dibattito e attenzionare pubblico e critica attorno a corti d’autore legati dal filo rosso della migrazione, come fenomeno socio-antropologico per aprire l’acceso dibattito sul tema. La migrazione come transito, definitivo o temporaneo, di gruppi di esseri viventi da un territorio a un altro, determinati da ragioni varie, ma essenzialmente da necessità di vita.
«Guardare al cinema e attraverso il cinema un punto di partenza per avviare ridlessioni, sollevare dibattiti, scuotere le coscienze attorno alla tematica della migrazione – commentano gli ideatori Saverio Tavano e Eugenio Lijoi –. Verranno proiettate opere che non sono nei normali circuiti commerciali e che affrontano tematiche importanti da affrontare per attuare un risveglio delle coscienze».
Cortometraggi, lungometraggi e documentari alla prima edizione, che vede la proiezione delle migliori opere prodotte negli ultimi anni, partecipanti ai festival internazionali, qualifying award, Festival di Cannes, Berlinale. In arrivo ospiti di rilievo come il regista Michelangelo Frammartino, la regista Alina Marazzi, l‘attrice Anna Maria De Luca, il produttore Gianfilippo Pedote, l‘antropologo Vito Teti, lo scrittore Pietro Criaco, la giornalista Ida Dominijanni. Il tutto arricchito da piacevoli intermezzi musicali della Scaramuzzino Jazz Quartet, Francesca Prestia e il Duo Tunisi Jazz.
Domani 17 agosto verrà premiato Jonas Carpignano per la sua capacità di esser riuscito a dare attraverso la sua “Trilogia di Gioia Tauro” uno sguardo lucido e attento sul multiculturalismo nel Sud.