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Il 24 giugno si presenta a Trame “Quando la ‘ndrangheta sconfisse lo Stato”

Un crogiolo di avvenimenti, cruenti e dolorosi, che hanno duramente segnato la storia della città di Lamezia Terme. E alcune misteriose circostanze che aleggiano attorno alla vicenda del sovrintendente di polizia Salvatore Aversa e della moglie Lucia Precenzano, assassinati in un agguato mafioso a Lamezia Terme il 4 gennaio 1992. E’ il giornalista e scrittore Antonio Cannone, che già si era interessato del caso, ad offrire un interessante contributo ai fini di una più organica e completa ricostruzione di questa vicenda attraverso il libro Quando la ‘Ndrangheta sconfisse lo Stato”, edito da Luigi Pellegrini ed ospitato nella collana mafie diretta da Antonio Nicaso, con la presentazione di Arcangelo Badolati e la prefazione di Gianni Speranza.

Il volume, che sarà presentato ufficialmente il prossimo 24 giugno a Lamezia Terme nel corso della rassegna Trame, il Festival dei libri sulle mafie, contiene nuove “rivelazioni” ed una esclusiva intervista al figlio primogenito della coppia, Walter Aversa, nella quale sono evidenziati alcuni non secondari lati oscuri della vicenda, a partire dal racconto della supertestimone Rosetta Cerminara. “Sono sempre stato convinto”, afferma tra l’altro Aversa, “che il suo racconto fosse “costruito” in maniera da poter essere il più possibile preciso. Di sicuro oggi posso dire con assoluta tranquillità che quel processo ha avuto delle manine che lo hanno distratto, che lo hanno portato fuori binario. Io mi sono convinto dopo tutti questi anni che mio padre avesse avuto sentore di quello che si stava scatenando. Un “rimprovero”, conclude Aversa, “lo faccio a chi, sopra mio padre, non aveva capito quanto era importante e che spessore avesse la criminalità a Lamezia”.

Ma uno dei particolari più “scottanti” e sconosciuti rivelati da Aversa riguarda quanto accaduto poche ore dopo l’agguato mortale: “Tre uomini fecero ingresso a casa nostra. Due di loro, mai più visti, per un’ora e mezza rimasero chiusi nella stanza di mio padre. Cosa cercassero nessuno lo ha mai saputo”. Rimane un grande interrogativo “Chi ha fatto sparire le carte delle indagini su cui mio padre lavorava?”. Un mistero rispetto al quale Aversa parla di “menti raffinate che lavoravano a stretto contatto con le famiglie criminali lametine e non solo”.

Cannone dedica molto spazio anche all’uccisione degli operatori ecologici Francesco Tramonte e Pasquale Cristiano, avvenuto sempre a Lamezia Terme il 24 maggio del 1991, qualche mese prima del delitto Aversa. Una vicenda che sembra essere strettamente legata all’assassinio dei coniugi Aversa, visto che il sovrintendente indagava sulla drammatica fine dei due operai e sulle sue evidenti implicazioni con l’appalto relativo alla raccolta della nettezza urbana.

Antonio Cannone e Walter Aversa, il 24 giugno, saranno intervistati dal giornalista Arcangelo Badolati.

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