È stato presentato nella storicità del “vaglio”, atrio Giuseppe Verdi di Lamezia Terme, Sambiase, il libro “Annibale Barca: Oltre le vesti di Generale”, scritto da Luisa Vaccaro edito Grafichéditore, inserito nella collana Calliope, a cura di Italo Leone.
Candele, statue di busti romani ed elefanti, e l’eco della storia che ivi si respira, ha proiettato il numeroso pubblico presente nella dimensione di quel passato segnato da Roma e Cartagine, lasciando che la figura di Annibale potesse parlare alla modernità.
Un salotto fra amici per far rivivere un grande generale e provare insieme, a condividere il lavoro dell’autrice nel tracciarne un nuovo identikit di uomo.
L’inizio della serata è stato scandito dalla musica del maestro Luca Francesco Laganà, che ha creato un clima di suggestività, sapientemente arricchito dal professore Tommaso Cozzitorto, con la sua analisi introspettiva del libro, presentandone i tratti salienti e ripercorrendo insieme a Luisa, i punti più importanti del lavoro di ricerca storica, base del testo.
Il lavoro – sottolinea l’autrice – è partito da una mera curiosità, da un immaginario incontro di sguardi con Annibale Barca per delinearsi poi, come indagine critica intorno al personaggio storico, analizzando mediante logica, metodo scientifico nonché dati documentati, la figura del Cartaginese, nel tentativo di mettere a fuoco e di confrontare tutte le informazioni che possano contribuire a formare un quadro il più possibile completo, riuscendo a far emergere aspetti nuovi e fino ad ora inosservati.
Secondo l’autrice se Annibale Barca non avesse all’età di nove anni, giurato odio eterno contro i romani per volere del padre, probabilmente lei non avrebbe scritto quel libro ed il cartaginese, avrebbe scritto un’altra storia.
A chiarire ogni aspetto della ricerca è stata poi, una immaginaria e curiosa intervista che l’autrice ha posto proprio ad Annibale, magistralmente interpretato per la serata, da Giancarlo Davoli che, calato perfettamente nel ruolo, ha fatto accomodare il generale cartaginese nel vaglio storico di Sambiase, lasciandosi punzecchiare dalle domande di Tiziana De Matteo nel ruolo della frizzante giornalista.
Un libro come invito ad andare oltre le apparenze, oltre le verità cristallizzate, oltre le maschere che ogni individuo indossa nella sua esistenza, e lasciare che l’umanità possa manifestarsi proprio in quel bambino di nove anni, che ha il diritto di giocare con un pallone anziché lasciarsi accecare dall’odio altrui.
Con queste sollecitazioni, il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro ed il presidente del Consiglio Comunale Giancarlo Nicotera, presenti insieme agli assessori Bambara e Gargano ed il consigliere Lorena, hanno salutato i presenti, accogliendo la provocazione letteraria e la curiosa intervista di Luisa Vaccaro, per ammonire se stessi e la società, a non lasciarsi guidare da pregiudizi e celeri condanne, cercando di scavare in profondità per liberare l’umanità della sua apparenza e lasciare che proprio attraverso la tutela dei più piccoli, si possa finalmente parlare di una umanità oltre “l’abito”.
Presente alla serata Lucio Leone, curatore della premessa, nella quale ha sottolineato come l’autrice abbia offerto al protagonista una chance straordinaria, per trasmettere a noi contemporanei il proprio pensiero, ma anche per discolparsi, giustificare il proprio operato, trasmettere la propria umanità, offuscata da quella impareggiabile di stratega.
A curare la copertina del libro, è stato l’artista Gaetano Zampogna che ha realizzato con il tratto deciso della sua matita, i disegni, lasciando all’immagine l’incisivo potere della comunicazione nel silenzio delle parole.
A concludere è stata il deus ex machina dell’iniziativa, Nella Fragale, colei che ha ispirato e stimolato l’autrice per la stesura del volume, e che ha ricordato la ricchezza della condivisione della cultura nello spaccato delle bellezze storiche della città.
Una degustazione del vino Annibale delle cantine calabresi “Le Moire”, ed un momento di street food con lo staff Cimorelli, ha salutato i presenti con la provocazione annibalica: “Aut inveniam viam aut faciam”.