Fattorie didattiche, secondo appuntamento per il ciclo di seminari promossi da “Agricoltura è Calabria”

Le fattorie didattiche il tema guida del secondo appuntamento inserito nel ciclo di seminari promossi dall'associazione "Agricoltura è Calabria" nell'ambito del progetto "Agricoltura: Laboratori di Arte, Cultura, Ambiente e Benessere" cofinanziato dal FEARS – PSR Calabria 2014/2020 nella misura di sostegno per progetti dimostrativi e azioni di informazione. "Da autodidatta ad educatore: come qualificare la proposta educativa", una premessa che ha dato sfogo alla trattazione di tematiche generali inerenti l'attività delle Fattorie didattiche, partendo dalle motivazione che ne hanno generato la nascita e la risposta degli agricoltori. Tenutosi in modalità rigorosamente e-learning per le evenienze del caso, notevole adesione è stata registrata, anche nel secondo appuntamento, con la fattiva partecipazione delle realtà agrituristiche calabresi e degli imprenditori del settore.

Saluti introduttivi dal Presidente di Anpa – LiberiAgricoltori Calabria, Giuseppe Mangone, con l'invito ai convenuti ad offrire il proprio contributo, frutto delle esperienze personali di ognuno, per fare luce su una tematica complessa e non sempre chiara agli occhi di chi guida un'azienda o le istituzioni preposte.
Dalle origini delle fattorie didattiche al ruolo dell'agricoltore, passando quindi per le attività da pro-porre ai ragazzi fino alla ristorazione ed al rapporto dell'azienda agricola con scuola e famiglie, molteplici i punti analizzati e ripercorsi dalla Presidente di "Agricoltura è Calabria", Rosa Critelli, chiamata nuovamente a relazionare sul tema.

«La fattoria didattica nasce dalla necessità di educare i giovani e, in particolare i bambini, alla ruralità, al rispetto dell'agricoltura e degli agricoltori, alla conoscenza delle varie componenti della campagna» la definizione chiara che Critelli ha evidenziato in apertura, rimarcando l'impellenza ad un rapido ritorno alla vita reale, lontani dalla frenetica quotidianità che anche un bambino oramai è chiamato a vivere, perdendo, di fatto, quei diritti fondamentali come il diritto all'ozio, a sporcarsi, a sentire i profumi del mondo che lo circonda, a riappropriarsi della conoscenza dell'origine dei pro-dotti. Conoscere, vivendolo, un mondo spesso ignoto come quello dell'agricoltura, di uomini e don-ne che vivono e lavorano in questo mondo, diviene fondamentale per un progressivo riappropriarsi della realtà che ci circonda, del giusto rapporto con l'ambiente, imparando che la natura è un delicato equilibrio, fatto di educazione e rispetto, fra uomini, piante e animali. «Imparare a Saper Essere una parte della natura importante quanto le altre».
«Percorsi formativi ed educativi dovranno dunque divenire obiettivo comune», lo sprone di Critelli diretto agli agricoltori presenti, invitando gli stessi a coinvolgere bambini e ragazzi nelle varie attività. Agricoltura, educazione alimentare, territorio, i cardini da sviluppare con maggiore attenzione.

Quindi si è passati ad analizzare i soggetti protagonisti di una fattoria didattica e dalla figura carismatica e centrale di un agricoltore che diviene "maestro", si è quindi passati all'azienda nella sua interezza, al territorio che la avvolge e per finire, non per minore importanza, anzi, agli scolari che la stessa dovranno imparare ad amare nelle poche ore di una giornata.
«L'agricoltore non deve assecondare i gusti ma educare ai sapori della terra» l'invito della presidente Critelli agli agricoltori convenuti, illustrando come il pasto sia il momento più importante di una visita in fattoria che punta ad educare al consumo di alimenti sani, genuini, biologici, locali, freschi, di stagione. «L'agricoltore dovrà porre molta attenzione a ciò che porta sulla tavola e a come propone quei piatti spesso non graditi dai piccoli ospiti, come verdure o legumi». Far apprezzare ai bambini il prodotto della terra, dallo stato grezzo a quello lavorato sulla tavola, potrebbe dunque incentivarli ad un consumo sempre più genuino, lontano dalla routine dei fast-food.

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Si è dunque giunti all'ambito organizzativo, dove, per una migliore esperienza, costruttiva ed educativa, dinanzi ad una normativa che invita a non superare le 40 unità, l'ideale per Critelli, sarebbe di 25 alunni per visita, sì da permettere a tutti di espletare le attività programmatiche e consentire maggiore chiarezza nelle lezioni con gli agricoltori. Numeri superiori, come quelli a cui spesso si assiste, rischierebbero di sminuire ogni attività, riducendo il tutto ad una mera giornata all'aria aperta.

«La fattoria didattica non può essere equiparata ad una lezione digitale tra le mura scolastiche, ma vi è la necessità di far toccare con mano ai ragazzi l'esperienza in azienda» è il monito di Critelli che ha trovato forte sostengo tra gli agricoltori collegati nell'aula virtuale.

Ampio spazio è stato infine riservato agli interventi, dai quali sono scaturite perplessità, deduzioni, consigli e riflessioni, grazie alla condivisione di esperienze ed aneddoti propri di ognuno.

«La scuola deve essere conquistata a scegliere questo tipo di formazione per i ragazzi - ha sottolinea-to in ultimo Mangone, aggiungendo come - bisogna far capire al mondo della cultura che non può esistere una vita senza il consumo dei prodotti locali e dunque dell'agricoltura».

Anticipazioni per i prossimi incontri in cui si entrerà maggiormente nei dettagli tecnici con figure professionali e docenti del settore, ambiti relativi alla multifunzionalità, alla gestione fiscale ed alle norme del caso.