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Una leadership al femminile per i civici italiani: l’avvocato calabrese Francesca Straticò prima presidente della Federazione

Una leadership al femminile per i civici italiani: Francesca Straticò, avvocato, calabrese, con alle spalle una lunga attività di impegno politico nel civismo del Mezzogiorno, sarà la prima presidente della Federazione dei Civici che si è costituita sabato 17 giugno a Roma.

Una leadership condivisa – è scritto in una nota – “per combattere l’eccessiva personalizzazione dei partiti. Sarà affiancata infatti da Laura Specchio, professionista milanese e già capogruppo di Alleanza civica e presidente della commissione Lavoro e sviluppo economico della giunta Sala e Andrea Fora, imprenditore sociale e consigliere regionale in Umbria, i quali si succederanno, a turno, nel ruolo di presidenti della Federazione”.

“Il comitato esecutivo nel corso del suo primo incontro – prosegue la nota – ha anche eletto Stefano Rolando, professore universitario con grande esperienza e competenza di sistemi politici. Completa gli organi la nomina di Umberto Bonetti, ingegnere ambientale e co-fondatore dell’esperienza di Civiciper in Umbria, tesoriere nazionale”.

“Da oggi – ha dichiarato Francesca Straticò – nel panorama nazionale non c’è una sigla o un partito in più, ma una casa per accogliere tutte le esperienze civiche radicate nelle comunità italiane, i sindaci, gli amministratori, le associazioni che vogliono sentirsi parte protagonista di un percorso di cambiamento del nostro Paese che veda nei contenuti, nel metodo partecipato, nella volontà di superare il bipolarismo che traduce tutto in populismo o massimalismo il centro da cui partire. Tutto il civismo italiano che sente il bisogno di mettersi in rete, a tutti coloro che sono sfiduciati dall’offerta attuale dei partiti e che non si accontentano di abdicare all’impegno di poter cambiare attivamente le comunità in cui vivono. Vogliamo costruire una proposta originale ed innovativa, una piattaforma per unire tutto il civismo che sente il bisogno di recuperare la frammentarietà e il localismo, dandosi una dimensione nazionale in grado di incidere negli orientamenti dell’Italia e del ruolo dell’Italia in Europa e nel sistema euromediterraneo, per collocarsi nel riequilibrio tra società e istituzioni, tra comunità e transizioni nazionali, tra locale e globale”.

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