No alle gravi derive che sarebbero prodotte dal regionalismo. No infine alla disarticolazione dell’Italia. Sono questi i temi principali della giornata di mobilitazione per “l’Unità della Repubblica, contro l’Autonomia differenziata” indetta per il 21 dicembre a Roma. Il presidio si svolgerà dalle 16 alle 19 in Piazza della Rotonda, di fronte al Pantheon, per il ritiro della bozza di legge Calderoli e dell’art. 143 della Legge di Bilancio.
Il Tavolo Nazionale No-Ad, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti – già mobilitato contro la bozza di attuazione del terzo comma dell’art. 116 della Costituzione, circolata nelle scorse settimane- ora intende “lanciare l’allarme – come precisa in una nota appena diffusa – per una novità contenuta nell’articolo 143 della Legge di Bilancio. Questa novità prevede di definire, entro sei mesi, i Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep), passando attraverso una Cabina di regia ai fini della completa attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione” entro un anno.
E contempla anche il fatto che, nel caso la cabina di regia non arrivi a determinare i Lep entro i termini stabiliti, venga nominato entro trenta giorni un Commissario per concluderne il percorso. “Con questo articolo -sottolineano dal Tavolo Nazionale No-Ad- il governo cerca da un lato di aggirare le critiche che da più parti si sono levate contro l’Autonomia Differenziata e dall’altro di strumentalizzare questo critiche, utilizzando i Lep per accelerare il processo”.
No a riduzione diritti sociali con determinazione commissariata dei Lep
“La determinazione ‘commissariata’ dei Lep, lungi dal rallentare o addirittura impedire l’Ad viene adesso utilizzata come strumento che ne assicurerà l’attuazione”. Il Tavolo per il No Ad ritiene, invece, che “la riduzione dei diritti civili e sociali dei cittadini tradotti in prestazioni’, per giunta ‘essenziali’, sia solo una delle gravi derive prodotte dal regionalismo.
Se realizzato, nelle 23 materie previste dall’art. 116, c. 3, il decentramento legislativo porterebbe comunque alla disarticolazione della Repubblica e delle politiche pubbliche, con normative diverse, tipologie di contratti di lavoro diverse, concorrenza al ribasso sui diritti tra i territori (per attrarre investimenti al minor costo del lavoro possibile).
Importante sarebbe capire a quali Lep si riferisce la Legge di Bilancio del governo Meloni. “L’art. 143 ribadisce testualmente che la cabina di regia dovrebbe partire da ‘una ricognizione della spesa storica a carattere permanente dell’ultimo triennio’, per poi definire i Lep nell’ambito degli stanziamenti di bilancio a legislazione vigente”.
Formulazioni che non lasciano spazio a equivoci
Queste formulazioni non lasciano spazio a equivoci. “I Lep devono essere veramente ‘essenziali’ ossia minimi. Perché delle due l’una: o la ‘spesa storica’ verrà confermata, sancendo così definitivamente l’impossibilità del superamento degli attuali, enormi, divari tra le diverse aree del Paese, oppure si procederà a una ‘compensazione’, togliendo finanziamenti alle zone che ne ricevono di più, per trasferirli a quelle svantaggiate”.
“Gli stanziamenti della ‘legislazione vigente’ -prosegue la nota- impediscono infatti a priori qualunque ipotesi di maggiori investimenti per aumentare i livelli delle prestazioni dove servirebbe. Tutto ciò, nella prospettiva dell’Autonomia differenziata, è strumentale a privatizzare i servizi, esternalizzarli e a ridurne i costi”.
I Livelli Essenziali Assistenza (Lea), già in vigore da molti anni nella sanità, lo dimostrano, al sud in modo eclatante, ma anche al nord in modo sempre più drammatico: non garantiscono il diritto alla salute, alle cure, alla prevenzione, con buona pace dei diritti incomprimibili. Chi può, supplisce alle carenze di personale, di reparti e di ospedali, con il ‘turismo sanitario’, che poi genera flussi finanziari in uscita proprio dalle regioni con minori dotazioni, verso quelle più ricche.
Bozza Calderoli e art 143 Legge Bilancio effetto su coesione nazionale
“Di Lea si muore sempre di più -sottolinea infine il comunicato- e ora si vorrebbe imporre lo stesso modello per tutti i servizi, per giunta con tempi contingentati e con organismi tecnici che esautorano il Parlamento, relativamente a scelte fondamentali dalle quali dipendono i diritti civili e sociali dei cittadini”. La bozza Calderoli e l’art. 143 della Legge di bilancio, produrrebbero dunque “un effetto micidiale sulla coesione nazionale”.
Nelle ultime settimane, anche se ancora parzialmente, il tema dell’Autonomia differenziata è diventato oggetto di discussione pubblica. Tuttavia, i lavoratori e i cittadini non sono ancora pienamente consapevoli di cosa rappresenti l’Autonomia differenziata, né di quali pericoli riservi, per le loro vite, la sua attuazione. Per questi motivi, il Tavolo per il NO all’Autonomia differenziata e le 700 realtà sociali e sindacali della campagna “Non per noi ma per tutti e tutte” saranno in piazza a Roma, mercoledì 21 dicembre, dalle ore 16 alle ore 19.