Si riporta in una nota il benvenuto del Sen. Morra, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie, all’evento in corso dal titolo: “Cybercrime e gestione del rischio in azienda – Cyber mafie, il nuovo business criminale passa dal web? Gestione del rischio cyber, investire oggi per non pagare domani”, in corso a Monza, presso lo spazio eventi Manzoni16 per iniziativa della testata Economy.
Il messaggio di Morra punta ad analizzare i legami tra crimini digitali e mafie e rispondere a domande quali: i nuovi business delle mafie passano dal web? Quali sono i settori economici più a rischio? E quali gli strumenti e le professionalità che le piccole e medie imprese italiane possono utilizzare per difendersi dagli attacchi cibernetici sempre più diffusi?
“Vorrei sottolineare quanto sia importante analizzare il tema del cybercrime in questo periodo in cui le guerre, purtroppo, si svolgono su più campi, esattamente come la vita dell’uomo si svolge su più dimensioni, inclusa quella digitale, vera caratteristica degli ultimi decenni”.
“Quello che affrontate oggi è un fenomeno particolarmente redditizio per le mafie (si pensi al gioco d’azzardo online) e sempre più in espansione a causa del rischio più basso rispetto al crimine per come realmente si concretizza, continua Morra”.
“Il crimine organizzato e le mafie, prosegue il Senatore, possono contare su menti sempre più raffinate, disponibilità di tecnologie all’avanguardia e risorse economiche con cui prendere possesso della rete, delle reti, ed operare formidabili crimini”.
“Fra gli strumenti di prevenzione – aggiunge il Prof. Morra – è importante l’identificazione digitale degli individui che divengono cittadini di tale dimensione nell’ambito della fruizione di alcuni servizi sempre più soggetti a truffe. Il fenomeno è molto vasto e pericoloso, basti pensare che nel solo 2020 soltanto le banche americane hanno perso oltre un miliardo di dollari per rapine e furti di tipo tradizionale e ben quindici miliardi di dollari a causa del cyber-crime. L’Italia deve essere un Paese all’avanguardia nella lotta e nella repressione di queste nuove mafie, ma ancora tanto c’è da fare e questi momenti di confronto, che condivido ampiamente, contribuiscono a tenere alta l’attenzione di investigatori, inquirenti, legislatori e politici”.