Riscoprire e conoscere le proprie radici e la propria identità linguistico-culturale, è un dovere a cui i calabresi non possono venir meno. Una Regione, come quella calabrese, non può non prendere in considerazione la presenza di minoranze linguistiche sul proprio territorio, vista la sua secolare “ospitalità”, che a sua volta ha reso questa terra testimone di popoli e tradizioni differenti. Un tentativo, quello di ripescare nelle proprie origini, che ha interessato l’incontro promosso dalla Pro Loco di Motta San Giovanni, tenutosi il 4 agosto scorso presso la piazza antistante la Chiesa di Santa Maria delle Grazie in località Lazzaro. Un nutrito e attento pubblico ha avuto modo di assistere alla presentazione del libro “ Il Cristo degli altri”. Economie della rivendicazione nella Calabria greca di età moderna, il cui autore è il professor Emanuele Camillo Colombo, docente presso il dipartimento di Storia moderna e contemporanea, nonché coordinatore della Laurea Magistrale Geor (Gestione del lavoro e comunicazione per le organizzazioni) della Facoltà di Scienze Politiche e Sociali, sede di Brescia, dove è anche responsabile per le relazioni con il mondo del lavoro e delle professioni per conto della medesima Facoltà. Ad aprire la serata sono state la presidente della Pro loco di Motta San Giovanni, Tiziana Cozzupoli, che ha introdotto l’argomento della serata, e l’assessore Sonia Malara, in rappresentanza delle istituzioni locali, che ha voluto ringraziare i promotori della serata, sottolineando l’importanza che tali occasioni hanno per la crescita di una comunità. Ha colloquiato con l’autore la dott.ssa Maria Assunta Ambrogio, dando vita a un dialogo funzionale alla presentazione del libro. Il professor Colombo ha avuto così modo di illustrare innanzitutto le motivazioni che lo hanno portato a realizzare tale lavoro. Dopo aver accennato sulle motivazioni che lo hanno determinato la scelta di tale titolo, ha poi argomentato brevemente sui contenuti del libro, soffermandosi in particolare sulle presenze italo-albanesi (arbresh) e grecofone sul territorio calabrese e sulle differenze che intercorrono tra queste.
La serata ha poi visto come protagonisti l’artista reggino Fulvio Cama e il professor Daniele Castrizio del Dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell’università di Messina, i quali attraverso l’ausilio di musica e immagini, hanno compiuto un viaggio nel tempo, nel tentativo di far riscoprire quella che fu la Magna Grecia. In particolare, il professor Castrizio ha regalato ai partecipanti informazioni riguardanti i bronzi di Riace e la testa del filosofo, che secondo degli studi raffigurerebbe Pitagora. Il tutto accompagnato dalle melodie e dai suoni arcaici riprodotti dal maestro Cama, che ha intrattenuto i partecipanti con brani del proprio repertorio. Una serata che ha quindi dimostrato quanto sia fondamentale guardare al nostro passato, perché, come ha affermato un illustre “ospite” del territorio di Leucopetra, Marco Tullio Cicerone, “non sapere che cosa sia accaduto nei tempi passati, sarebbe come restare per sempre un bambino. Se non si fa uso delle opere delle età passate, il mondo rimarrà sempre nell’infanzia della conoscenza”.