“La conferma, da parte dei Sig.ri Commissari, di incarichi dirigenziali già ricoperti durante i nove anni dell’amministrazione Manna, impone un commento politico-amministrativo. È pur vero che i dirigenti debbono gestire il settore loro affidato eseguendo gli indirizzi impartiti dal sindaco e dalla giunta, ma è fuor di dubbio che, nell’ultimo decennio, la gestione ha lasciato molto a desiderare e ha fatto registrare, quantomeno, un acritico appiattimento, se non addirittura una complicità, con gli organi istituzionali. Prendiamo ad esempio la gestione del settore Ambiente, Urbanistica e Sasus.
Fallimentare con riferimento a tutte le questioni trattate. Il Sasus ha ereditato dal PIT Serre Cosentine un Piano di Sviluppo di alto livello e circa 700.000,00 € in cassa. Il Piano di Sviluppo è rimasto sulla carta, non attuato, mentre i 700.000,00 € sono serviti per fare spesa clientelare, comprese le spettanze delle segretarie del sindaco e del presidente del consiglio. Il Sasus, in altri termini, invece di creare sviluppo è stato utilizzato come “prestatore-pagatore” di personale a servizio di uno dei sedici comuni associati.
Il PSC, la cui efficacia è stata opportunamente sospesa dai Sig.ri Commissari, è stato istruito con parere favorevole dal dirigente del settore, che ha, quindi, avallato tutte le discutibili scelte del progettista, con particolare riferimento alla cementificazione di Viale Principe e delle aree destinate a servizi in prossimità delle piscine, alla cancellazione di gran parte delle aree residenziali di tantissimi piccoli proprietari ed alla omessa regolamentazione dei PAU scaduti dal 2018.
Nel settore dei rifiuti il responsabile ha istruito favorevolmente tutte le pratiche, con l’assurdo risultato che la raccolta differenziata ha generato costi esosi per famiglie ed imprese ed una città più sporca, mentre avrebbe dovuto avvenire l’esatto contrario. Ancora oggi è osservabile lo spettacolo vergognoso delle cosiddette “isole ecologiche”, segno evidente dell’omesso controllo dell’efficienza della gestione, affidata ad un privato. A voler tacere della fallimentare gestione dell’ATO Cosenza, dove il dirigente ha contribuito alla mancata costruzione dell’Eco-distretto, che avrebbe determinato economie nella gestione e minori costi per gli utenti, con il rischio, ancora attuale, di perdere un investimento di ben 50 milioni di €.
Parimenti, le incapacità gestionali del settore di cui stiamo trattando, che ha competenza anche sui progetti finanziati con fondi europei, hanno contribuito al fallimento del progetto di metropolitana leggera Cosenza-Rende-Unical, con la perdita di un investimento di ben 160 milioni di €. La metropolitana leggera avrebbe rappresentato una soluzione efficiente e moderna alle problematiche dei trasporti nell’Area Urbana, senza contare della boccata d’ossigeno che l’investimento stesso avrebbe assicurato all’ansimante economia del territorio.
Uguale preoccupazione si manifesta per l’attuazione dell’Agenda Urbana, finanziata per 35 milioni di €, di cui 15 per Rende, dal POR Calabria 2014/2020, che, per come noto, esalerà l’ultimo respiro il prossimo 31 dicembre.
Ed infine, grandi perplessità suscita l’utilizzo distorto del PNRR, per la gran parte destinato a manutenzioni straordinarie e non a progetti strategici, per come richiesto dalla UE.
Addirittura, alcuni di questi progetti sono serviti per rendere brutti i luoghi e per causare disastri ambientali, come a Piazza De Vincenti, dove sono stati abbattuti 18 pini sani e dritti, nella totale indifferenza del dirigente che, ad una delegazione della nostra Federazione che lo invitava a intervenire, ha risposto che “non poteva discutere le scelte del progettista”. Cioè l’esatto contrario di quanto dovrebbe fare il titolare della gestione di un settore, che se fosse stato più prudente e avesse chiesto a chi di competenza una perizia eseguita con idonee strumentazioni sui pini della ex SS19 bis, avrebbe, certamente, evitato ai Sig.ri Commissari le criticità che oggi sono costretti ad affrontare.
Ed anche i manufatti, si presume assistiti da permesso a costruire, autorizzati nell’area che ospita i campi da tennis (ed altro), hanno trasformato un polmone verde della città in una sorta di “tendopoli”, volendo prescindere dagli esigui proventi che entreranno nelle casse comunali, per la concessione di un importante e redditizio bene pubblico per numerosissimi anni.
L’amaro interrogativo è che per capire questo paese bisogna rileggere Tomasi di Lampedusa. Pardon, a parte la Rende Servizi, dove il vento del cambiamento soffierà sugli incolpevoli lavoratori dipendenti, trascurati e mal diretti negli ultimi dieci anni, mentre dirigenti ed amministratori, incapaci a dirigere l’impresa, resteranno esentati da ogni responsabilità.
E’ quanto si legge in una nota della Federazione Riformista di Rende.