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Il turista leggendario e la Calabria poco straordinaria: il gioco ad incastro di voli, treni e bus da e per la ridente cittadina di Cosenza

di Roberta Mazzuca – “Attraverso la consultazione della mappa interattiva hai la possibilità di conoscere tutti i collegamenti aerei da/per la Calabria: una panoramica completa sugli aeroporti calabresi e le compagnie aeree che partono e arrivano con voli diretti.
Basta cliccare su uno degli aeroporti georeferenziati su mappa per accedere alla lista completa delle compagnie aeree che servono la destinazione prescelta mediante voli diretti, in Italia e nel mondo (Europa e Canada).
Ciascuna delle compagnie in elenco rimanda, tramite link, al relativo sito web per info su orari e prenotazioni”.

Vuoi volare in Calabria? Niente di più semplice, si legge nella pagina web di ‘Calabria straordinaria’, “il nuovo e sperimentale modello di progettazione e rafforzamento dell’appeal turistico dei territori, di cui la Regione Calabria ambisce a diventare progetto pilota e riferimento nazionale”. Così lo descrivevano nel 2021, alla sua nascita, l’allora presidente Nino Spirlì insieme all’assessore al turismo Fausto Orsomarso.

La mappa interattiva di cui si legge nel sito? Inesistente. Al suo posto, una pagina vuota e bianca. Ed è così che potrebbe essere sintetizzata l’idea di turismo della ‘Calabria Straordinaria’, un involucro magico e inesplorato con un bel grosso errore di sistema. Un bug fatto, in prima battuta, dalla mancanza di una rete di trasporto adeguata, funzionale, a volte anche solo perfino esistente, capace di garantire il semplice raggiungimento di quei luoghi tanto acclamati e sponsorizzati.

“Una rivoluzione copernicana, per riscrivere insieme la nostra storia” – affermava ancora Orsomarso nel corso della presentazione del progetto. Un turismo, dunque, che funzioni, dotato di comunicazione, trasporti, attrattiva, investimenti. Un turismo che si riappropri dell’identità dei propri luoghi, e che sia capace di trasferire quell’identità a chiunque voglia conoscerla. Un turismo che, però, rimane solo incastonato tra gli slogan di una ‘Calabria straordinaria’ fatta di grandi scenografie, come quella messa in pedi dall’amministrazione Occhiuto alla stazione di Milano, e riempita da ben pochi contenuti.

Vuoi volare in Calabria? Inizia il viaggio.

Da Cosenza all’aeroporto e dall’aeroporto a Cosenza: il meglio del “non trasporto” calabrese

Bisognerebbe pensarsi turista per un giorno nella propria terra, e immaginare di arrivare all’aeroporto di Lamezia Terme, dovendo poi raggiungere la meta prestabilita, per esempio la città di Cosenza. L’impresa sarebbe ardua, e non solo per il turista, ma per i residenti stessi, che sempre meno scelgono l’aereo a causa degli inefficienti collegamenti tra l’aeroporto e il resto della regione. I voli, seppur a volte eccessivamente costosi, ci sono, ma una volta varcato il confine calabrese, iniziano i guai. Opportuno non arrivare mai né troppo presto né troppo tardi: non troveremmo alcun pullman che dall’aeroporto internazionale di Lamezia ci riporti nella ridente cittadina di Cosenza prima delle 6 e 25, né dopo le 20 e 05. Un enorme buco, invece, dal collegamento delle 8 e 52, fino a quello delle 12 e 50. Un’intera mattina priva di trasporti accessibili ai turisti. Non andrebbe meglio partendo dall’aeroporto di Lamezia per raggiungere qualsiasi altra meta: anche qui bisognerebbe sperare di trovare un bus il cui orario di partenza coincida con quello dell’aereo che, anche questo, non dovrebbe mai essere di mattina presto né di sera tardi. Il primo pullman per l’aeroporto è alle 5 e 50, l’ultimo alle 18 e 15 (la domenica ci si spinge, udite udite, fino alle 19 e 55). Anche in questo caso, un immenso buco dalle 8 e 05 alle 12 e 05, e ancora dalle 14 e 10 alle 17 e 15.

Non serve molto per comprendere che il servizio non è assolutamente adeguato a una città che voglia dirsi turistica e internazionale, e neanche lo è per i suoi stessi cittadini che, quasi sempre, optano per altre soluzioni più scomode ma più accessibili, oppure si assicurano di avere un parente che possa accompagnarli in aeroporto prima di prenotare un volo. Il volo, in Calabria, va pensato e ponderato. Se non ci si crede, basta simulare una semplice prenotazione, in questo caso di un semplice lunedì di agosto, verso, ad esempio, il nord Italia. Volo Lamezia-Venezia del 7 agosto, partenza alle 12 e 40. Dovendo essere in aeroporto almeno un’ora prima, quindi alle 11 e 40, non avremmo nessun pullman a disposizione, se non quello delle 8 e 05 e una lunga attesa in aeroporto. Simulando di tornare, in quello stesso lunedì, dalla stessa Venezia, la situazione non sarebbe diversa: il volo atterrerebbe alle 12 e 15 e, ammesso che non ci siano ritardi e che lo sbarco sia veloce, potremmo riuscire a prendere il pullman delle 12 e 50. Altrimenti un’altra bella attesa fino alle 14 e 20.

Ma cambiamo tratta, e optiamo per un festivo. Una bella domenica del 13 agosto il turista di turno decide di volare in Calabria, questa volta da Milano. Se, malauguratamente, dovesse prendere gli ultimi due voli, atterrando alle 21 e 05, o alle 22 e 40, solo buio e desolazione sarebbero lì ad attenderlo. Se, invece, nello stesso giorno volesse partire per Milano, la situazione sarebbe ancora una volta catastrofica: impossibile prendere l’ultimo volo delle 23 e 05, né quelli intermedi delle 13 e 10 e delle 16 e 55, a meno di non fare le solite ore di attesa infinita in aeroporto prendendo un pullman con molte ore di anticipo.

Dal pullman al treno fino a taxi e Ncc

Il pullman non c’è, dunque che si fa? Si prende un treno. Dall’aeroporto di Lamezia alla stazione è attivo il servizio navetta, ma una volta lì ricominciano i viaggi della speranza e della disperazione. Simulando ugualmente di tornare da Venezia con il volo che atterra alle 12 e 15, riusciremmo a prendere il treno per Cosenza delle 13 e 32, ovviamente non contando ritardi, rallentamenti o imprevisti del caso, altrimenti saremmo costretti ad attendere il treno delle 14 e 40. Se volessimo invece partire da Cosenza e prendere l’aereo delle 12 e 40 per Venezia, potremmo tentare la fortuna con il treno delle 10 e 50, che ci porterebbe alla stazione alle 12 e 09, più il tempo per arrivare in aeroporto, controlli, chiusura del check in, in sostanza volo perso. Oppure, prendere quello precedente delle 9 e 23 e fare la nostra abituale attesa.

Si potrebbe continuare per ore, simulando tratte, cambiando orari e destinazioni, partenze e arrivi, ma ciò che non cambierebbe mai sarebbe il risultato finale: volare da e per la Calabria, e soprattutto spostarsi all’interno di essa, è un non troppo divertente gioco ad incastro, in cui un’intera giornata serve soltanto a vagliare soluzioni, cercare i mezzi disponibili, o telefonare tutti i parenti del proprio albero genealogico pregandoli di fornirci un passaggio. E si immagini ancora quel turista, figura ormai leggendaria e illusoria di questa terra, in quell’aeroporto “internazionale”, nel quale finirà per chiamare un taxi che, per la tratta Lamezia-Cosenza, chiederà soltanto 120-150 euro. Oppure un Ncc, che potrebbe arrivare da un minimo di 100 a un massimo di 170 euro.

Trasporti, decoro, informazione, e sicurezza: tutto ciò che manca nel turismo calabrese

E non si fermano certo qui le inefficienze del turismo e del trasporto calabrese, che propone, ad esempio, di visitare le bellezze dell’altopiano silano con il cosiddetto “Treno della Sila”. Un treno che, però, non parte da Cosenza, ma dalla stazione di Camigliatello Silano, anche questa raggiungibile, chissà, forse con tanta buona volontà. In auto, sicuramente. Ma se bisogna in ogni caso prendere l’auto per poter arrivare in una stazione e salire su un treno, che senso ha, in fondo, il servizio offerto?

E, ancora, il raggiungimento delle località di mare, quest’anno più facilmente accessibili con la linea “Cedri Line” di Trenitalia, dalla quale però restano fuori molte perle cosentine. Una fra tutte, ad esempio, il paradiso di San Nicola Arcella, raggiungibile solo in auto. Ma, banalmente, è la stessa comunicazione su quei pochi trasporti esistenti a scarseggiare: che sia l’aeroporto di Lamezia Terme, o la stazione di Cosenza, o ancora l’autostazione, è l’informazione a mancare totalmente. Nessuna segnaletica, schermi fuori uso, e anche online si fatica a trovare orari e mezzi disponibili. Fa simpatia, all’uscita della stazione di Cosenza, un cartello segnaletico indicante l’inesistente corsia dei taxi. Anche in quel caso, bisogna invece provvedere da soli, oppure aspettare una circolare dagli imprecisati orari. Il trasporto locale, ancora, con la difficile situazione in cui versa l’Amaco e con pullman appartenenti a molte epoche fa, malandati, obsoleti, e a ragione quasi sempre vuoti. O le “navette” messe in campo, ad esempio, durante gli eventi tenuti al Castello Svevo di Cosenza, per permettere a chi non è provvisto di auto di poter comunque godere di una piacevole serata. Più che di navette, si tratta di piccoli bus rattoppati e malfunzionanti, che arrancano a fatica lungo le salite che da piazza XV Marzo portano al Castello. Sporchi e privi di ogni norma di sicurezza, permettono di raggiungere sì la meta, ma un turista ne rimarrebbe certo disgustato.

Così come disgusto è ciò che si prova ad arrivare, se mai ci si riesce, in questi ameni luoghi deputati al trasporto e alla mobilità. Un turista in arrivo nella stazione di Vaglio Lise, troverà ad accoglierlo discariche abusive a cielo aperto, odori nauseabondi, ambienti fantasma: neanche un bar dove trovare ristoro, né una sala d’attesa, nulla di nulla, e anche poca sicurezza. Nel corso dei reportage realizzati da questo quotidiano, infatti, non di rado capita di imbattersi in uomini che, con la loro auto, seguono i nostri passi, si avvicinano, fissano, scrutano, e si affiancano a noi, molestando e incutendo timore. Niente polizia, ovviamente, e tutto questo anche in un soleggiato pomeriggio di luglio, in cui i turisti dovrebbero invadere stazioni e città invece deserte. E non cambia molto neanche alla stazione dei bus, ricolma anch’essa di rifiuti, e priva di veri controlli.

Parlare di turismo è, dunque, molto semplice, e ci si chiede quasi stupiti perché molti non siano attratti a visitare i nostri bellissimi luoghi: perché parlarne in assenza di trasporti adeguati, decoro, sicurezza, informazione, è davvero pura utopia. È come avere in mano un libro con tutte le pagine incollate fra loro, qualcosa che si vorrebbe tanto leggere e scoprire, ma di cui non si ha alcun mezzo per poterlo fare. Nessuno, se non quello di strappare ogni pagina e rovinare ogni cosa.

 

 

 

 

 

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