“Da parecchi giorni infuriano feroci polemiche sui nomi dei tre nuovi componenti dell’Autorità garante dei diritti dei detenuti che avrebbe indicato il Ministro della Giustizia Nordio. Polemiche provenienti soprattutto dall’opposizione, da quando ha preso atto che non sarebbero stati presi in considerazione personaggi della sinistra. Ovviamente, si tratta dell’ennesima dimostrazione della doppia morale politica della sinistra che protesta soltanto quando non si tratta di incarichi di propria competenza. Nel caso di specie, le contestazioni riguarderebbero l’estrazione politica, il rispetto della parità di genere (il candidato di area era la Bernardini), l’età e le competenze dei personaggi designati dal Governo. Tutte contestazioni che non valevano quando le nomine furono fatte dal Governo di centro sinistra con l’incarico conferito a personaggi progressisti, ultrasettantacinquenni e provenienti da aree professionali non proprio afferenti la materia (insegnanti di matematica)”.
Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, con riferimento alle polemiche sulla nomina dei nuovi componenti del Collegio nazionale del Garante dei Detenuti.
“Ciò nonostante”, prosegue Capece, “il SAPPE non può, non vuole e non deve entrare nel merito delle discussioni tra partiti e, pur tuttavia, non può fare a meno di evidenziare quanto fossero vere le eccezioni sollevate a suo tempo contro l’opportunità di istituire una simile Autority (tra l’altro estremante costosa per il contribuente), fotocopia di altre funzioni, inutile a livello pratico e, soprattutto, di carattere esclusivamente politico. Ora come allora, non possiamo che ribadire come ai detenuti delle carceri italiane siano già assicurate e garantite ogni tipo di tutela, a cominciare dai diritti legati all’integrità fisica, alla salute mentale, alla salvaguardia dei rapporti familiari e sociali, all’integrità morale e culturale. Diritti per l’esercizio dei quali sono impegnati tutti gli operatori penitenziari, la Magistratura ed in particolare quella di Sorveglianza, l’Avvocatura, centinaia di Associazioni di volontariato, i parlamentari ed i consiglieri regionali (che hanno libero accesso alle carceri), le cooperative, le comunità e tutte le realtà, che operano nel e sul territorio, legate alle marginalità. E particolarmente preziosa, in questo contesto, è anche l’opera svolta quotidianamente dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria che non si occupano solo della sicurezza ma concorrono fattivamente al trattamento e alla rieducazione dei detenuti”.
Per Capece, infine, “visto quanto è costato fino ad oggi, in termini economici e di personale, il Collegio del Garante dei detenuti appare ancora più inutile di quanto si fosse immaginato e, per questo, sarebbe davvero il caso di ripensare alla sua abolizione. In sua vece, a parere del SAPPE, si potrebbe valutare l’opportunità di istituire una Presidenza Nazionale dei Tribunali di Sorveglianza che, magari, potrebbe coordinare a livello statale le attività della Magistratura di Sorveglianza”.