“Come Sinistra Italiana Calabria – al pari di tante altre organizzazioni, personalità, forze politiche e sindacali, manifestiamo tutta la nostra vicinanza all’Associazione Donne e Diritti di San Giovanni In Fiore che dalle notizie apparse sulla stampa sembrerebbe destinata ad un blocco delle attività di solidarietà e lotta a causa delle intenzioni dell’Ente Provincia di destinare ad altri scopi l’immobile ove sono ubicate le attività dell’Associazione.
Negli ultimi anni chiunque abbia avuto attenzione per le vertenze calabresi ha incrociato l’Associazione Donne e Diritti di San Giovanni in Fiore.
L’instancabile Stefania Fratto come portavoce di una comunità di donne straordinarie che ha sfidato il muro del silenzio e del conformismo affrontando temi e problematiche di interesse collettivo: sanità pubblica, violenza di genere, accoglienza, laboratori linguistici ed artigianali e persino un forno solidale. Ne avremmo aperto un altro a Santa Sofia – cosa che faremo – se non fossero giunte alcune problematiche inaspettate. Le abbiamo incontrate sulle nostre strade di rivolta tra Riace ed Amendolara, seguite sulle maggiori trasmissioni nazionali ed abbiamo avvertito, credo tutte/i, una sottile e gratificante rivincita della nostra Regione migliore e perché non sottolineare che proprio da noi una associazione di donne suona la sveglia della riscossa dalle lusinghe del disimpegno e dell’omologazione della resa.
Il loro spazio fisico è concentrato in un ex Istituto scolastico che stranamente dopo anni suscita l’interesse della Provincia guidata in qualità di Presidente dalla Sindaca del Comune di San Giovanni in Fiore.
Credo sinceramente che un’esperienza unica e vitale per le Regione intera dovrebbe ricevere ben altre attenzioni dalla due amministrazioni ad unica guida, sarebbe francamente irricevibile che una donna al governo – non capita spesso purtroppo dalle nostre parti – anziché valorizzare un fenomeno di resilienza positiva ne segni viceversa un prospettiva di chiusura.
Abusando di Calvino ma ritenendo appropriata la metafora mi permetto di suggerire di “Cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.
Donne e Diritti – conclude la nota – hanno conquistato uno spazio nell’immaginario collettivo indicandoci una strada di emancipazione e soprattutto richiamandoci alle nostre responsabilità individuali e collettive di saper riconoscere cosa e chi ,in mezzo all’inferno di una Regione che muore ogni giorno ,ha saputo suscitare speranza e futuro…”