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Continua a bruciare l’Aspromonte jonico: divorati dalle fiamme 15 ettari di conifere. E intanto arriva un modello matematico per prevedere l’evoluzione degli incendi

Brucia ancora l’Aspromonte jonico. Dopo le decine di ettari di macchia mediterranea ridotti in cenere nei territori dei comuni di Motta San Giovanni e Montebello Jonico, gli incendi hanno interamente divorato circa 15 ettari di conifere nel territorio del comune di San Luca, nel cuore del Parco dell’Aspromonte, tra Montalto e il Santuario della Madonna di Polsi.

Il massiccio intervento di Vigili del fuoco e squadre antincendio, coadiuvati dai velivoli Canadair, e’ riuscito finora a contenere il propagarsi delle fiamme, anche se le temperature ‘africane’ di questi giorni continuano a rappresentare il vero pericolo di nuovi fronti di fuoco. Resta soprattutto impegnativa per gli operatori la particolare orografia dei territori, segnata da alte creste che sfiorano i duemila metri, e da calanchi profondi fino quasi a raggiungere il livello del mare, una difficolta’ oggettiva per i soccorsi via terra.

Intanto in tutta l’Area Grecanica del Basso Jonio reggino – nei comuni di Roccaforte del Greco, Roghudi, Bagaladi – una delle zone maggiormente segnate due anni fa dai roghi, continuano a segnalarsi nuovi focolai, e aleggia lo spettro del ripetersi di quel tragico bilancio, quando furono cancellati dalle fiamme circa settemila ettari di area protetta, due aziende agro-pastorali e l’antica pineta di Monte Scafi a Roccaforte del Greco.

Il modello matematico per prevedere l’evoluzione degli incendi nell’articolo del ricercatore Unical Carmelo Scura

In Calabria, nel 2022, sono andati a fuoco 1800 ettari di bosco, secondo quanto riportato, in questi giorni, dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), nell’ambito delle osservazioni e monitoraggi degli impatti degli incendi di medie e grandi dimensioni sugli ecosistemi. In questo dato e’ presente tutta la gravita’ di un problema: la superficie forestale bruciata attesta la Calabria al secondo posto subito dopo la Sicilia; e’ evidente, per questo motivo, la necessita’ di efficaci interventi preventivi per ridurre il pericolo che incombe sull’enorme patrimonio boschivo regionale in questo periodo estivo.

E proprio sullo studio di un modello matematico previsionale, in grado di simulare la propagazione di un incendio, tenendo conto di fattori quali la topografia del terreno, la velocita’ e direzione in cui spira il vento in tempo reale oltre alla presenza di una vegetazione fitta o rada, e’ incentrato l’articolo redatto dal ricercatore dell’Universita’ della Calabria, Carmelo Scuro, che ha vinto il “Best conference paper award” ed e’ stato, quindi, premiato come il miglior lavoro nell’ambito di questo settore di ricerca, in occasione della conferenza internazionale “Metrology for living environment 2023”.

Lo studio potra’ essere utile per applicazioni concrete nell’ambito di protezione civile, grazie alla possibilita’ di conoscere, in anticipo, l’evoluzione di un incendio, date le caratteristiche di un particolare territorio, permettendo lo sviluppo di applicazioni capaci di simulare scenari realistici di intervento in tempo reale, fornendo cosi’ un valido strumento di supporto alle decisioni degli enti e corpi preposti allo spegnimento dell’incendio e alla tutela dell’ambiente e della incolumita’ pubblica, riducendo il tempo per l’estinzione dello stesso e minimizzando la perdita di superficie boschiva. I ricercatori, che hanno effettuato le simulazioni, hanno adottato come caso studio una porzione boschiva della Sila.

Il lavoro di ricerca e’ stato sviluppato nell’ambito dell’Ecosistema dell’Innovazione Tech4You finanziato dal PNRR.

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