“Assistiamo ad un’escalation continua di molestie sessuali che quasi nella totalità, successivamente, degenerano e sfociano in vera e propria violenza sulle donne. In Italia, in particolar modo una donna viene molestata o uccisa, quasi sempre da persone a lei vicine, parenti o conoscenti e spesso l’aggressione molesta si verifica sul posto di lavoro. In questi giorni siamo venuti a conoscenza di un caso, verificatosi nel 2022, che ha per protagonista una ragazzina studentessa di scuola a Roma che, dopo aver preso il coraggio tra le mani, decide, probabilmente assieme ai propri genitori, di denunciare una molestia da lei subita da parte di un collaboratore scolastico che “per scherzo” la ha palpeggiata nella sua intimità, anche se per pochi secondi, meno di dieci a quanto pare. Ed è proprio questo tempismo perfetto del bidello “superflash” che lo farà, nel 2023, assolvere da parte di un Tribunale italiano. Ma quindi, mi domando, come sarà possibile, alla luce di queste tipologie di sentenze, che ci fanno tornare indietro nel tempo con la velocità della DeLorean di Ritorno al Futuro, continuare a convincere le donne che denunciare è giusto, denunciare darà giustizia alla vittima, denunciare proteggerà la vittima stessa da ulteriori minacce o violenze? Questa sentenza ha destato inquietudine sulla effettiva garanzia e protezione, nonché tutela, dei diritti delle vittime di violenza sessuale. Ha suscitato rabbia e perplessità in merito all’impatto sulle vittime di violenza sessuale, sulla giustizia e sull’efficacia del sistema giudiziario nell’assicurare giustizia e sul sostegno e il rispetto dei diritti delle vittime di tali reati, rischiando di ledere la fiducia nel sistema stesso.
Sulla tutela di chi subisce violenza sessuale c’è ancora tanto da fare: è fondamentale che le vittime si sentano sostenute da una protezione adeguata e da una giustizia equa, che possa garantire una società più giusta e sicura per tutti.
Ogni cittadino pretende che le leggi vengano applicate in modo coerente per garantire una tutela efficace della vittima, per questo, è importante una formazione adeguata dei protagonisti del sistema giudiziario per affrontare i casi di violenza sessuale.
Questa sentenza, oltre a demotivare le vittime di violenza a denunciare gli abusi subiti, incide a perpetuare una cultura di impunità per gli autori di tali reati, vanificando gli sforzi che in questi anni sono stati fatti per incoraggiare le donne a denunciare.
La certezza del diritto non può diventare incertezza; non possiamo rischiare di essere soggetti ad una “variabile impazzita” che lede l’aspettativa che l’individuo ha nei confronti del funzionamento delle istituzioni, pertanto è essenziale che le leggi vengano applicate in modo coerente, per garantire una tutela efficace della vittima.
Inoltre, questo episodio insinua il dubbio che la scuola sia un ambiente poco sicuro per tutti gli studenti, trasmettendo incertezza nei confronti delle Istituzioni che riguardano i giovani. La scuola ha il compito di far crescere i propri studenti nella certezza che tutte le vittime di reato saranno tutelate ed i colpevoli puniti, secondo giustizia.
Serve un vero cambio di passo nel nostro Paese, che ancora oggi sta facendo i conti con un problema culturale che è causa e origine delle molestie e delle violenze sessuali sulle donne”.
Lo dichiara in una nota la presidente della Lega dei Diritti Umani della provincia di Reggio Calabria, Daniela De Blasio.