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Reggina: i disastri non sono mai colpa di una persona sola

di Paolo Ficara – L’attesa prima di conoscere il definitivo destino sportivo della Reggina, quest’estate, sarà ancora più lunga rispetto a quanto siamo stati tristemente abituati. A non poter essere rimandata – o ancor peggio, evitata – è la valutazione su chi opera all’interno. Facile – oggi –  puntare il dito soltanto verso Felice Saladini, ma non bisogna ancora una volta ripetere lo stesso errore. I disastri non sono mai colpa di una persona sola.

Alla stregua di quanto accade nel film “Nati con la camicia”. In quel caso, Bud Spencer e Terence Hill fronteggiano il pittoresco K1, determinato dal cancellare l’idea di numero dalle menti umane. L’eccentrico soggetto è comunque accompagnato da complici, utili idioti e gente sostanzialmente scarsa e scorretta. L’unica differenza, rispetto alla Reggina degli ultimi tempi, è l’assenza di qualcuno che possa anche vagamente paragonarsi a Bud Spencer e Terence Hill.

Già per quanto concerne Luca Gallo, appoggiandosi sul clamore mediatico degli arresti domiciliari – durati pochi mesi – è stato fatto passare il messaggio che Nerone abbia incendiato Roma da solo. Eppure la stessa proprietà attuale, nel presentare il piano di ristrutturazione in Tribunale, aveva evidenziato come le carenze economiche degli anni tra il 2020 ed il 2022 fossero colpa della pandemia.

Gallo è Padre Pio rispetto a Mister Sorriso 2022/23 – opinione personale –  per il rispetto mostrato alla storia amaranto (con il riacquisto del marchio), e per quella promozione la quale costituisce l’unico risultato sportivo positivo degli ultimi 12 anni almeno. Quando i poteri forti spingevano, nella primavera del 2020, per far disputare i playoff anche alle prime in classifica della Serie C, il Consiglio Federale mostrò verso la Reggina di Gallo un livello di rispetto opposto, confronto alla Reggina di Saladini. Sottolineato ciò, è ora di inquadrare il disastroso contorno che ha accompagnato prima l’uno e poi l’altro proprietario.

Nella Reggina, segnatamente dentro il centro sportivo Sant’Agata, c’è gente che è arrivata chi al terzo e chi al quarto presidente. Partecipando, in tanti casi, a tutti i risultati negativi degli ultimi 15 anni, sia in termini sportivi che – soprattutto – aziendali.

Soffermarsi sul direttore sportivo è peggio che sparare sulla Croce Rossa. Nel gennaio scorso ha parlato di sostenibilità, come se fosse appena sceso da un’astronave per la prima volta. I contratti pluriennali a gente non di primo pelo e con emolumenti poco sostenibili, un presidente dopo l’altro, glieli avrà portati la cicogna. Tanto, poi ci sono gli incentivi all’esodo. Si deve essere smarrita nei cieli, invece, la cicogna delle plusvalenze. Per i lunghi periodi irti di sconfitte in serie, non ha mai né una spiegazione né una soluzione. La colpa ovviamente non è la sua, ma di chi gli rinnova il contratto.

C’è anche chi appare molto poco, eppure è sempre lì, disastro dopo disastro, da molto tempo prima. A dicembre 2022 la Covisoc aveva già comunicato alla Reggina le difficoltà legate all’indice di liquidità, ma la segreteria si è ricordata di avvisare la proprietà dopo gli auguri di Capodanno. Una bazzecola, confronto a ciò che è accaduto per l’iscrizione: chi avrebbe dovuto rendere nota – per non dire imporre – alla società l’esigenza di pagare quel 5% verso l’Erario, onde evitare il semaforo rosso per la risibile somma di circa 750.000 euro? Forse lo stesso soggetto già reduce da altre fugaci esperienze di segreteria, presso un paio di società fallite in tempi recenti? Ci fosse stato un profondo conoscitore delle carte federali come Franco Iacopino in segreteria, oggi la Reggina risulterebbe iscritta in Serie B?

Nell’autunno scorso, la Guardia di Finanza fece irruzione in sede. Voleva verificare la bontà dell’accordo di sponsorizzazione con un’azienda giudicata fantasma. Si trattava del brand di maglia, per una cifra superiore a 700.000 euro, di fatto non versata se non in minima parte. Il marketing dov’era? Dormiva? Non si rendeva conto di essere stata in trattativa, fino a pochi giorni prima, con altre aziende per somme inferiori a 300.000 euro? Tutto normale? A bilancio c’è la cifra mostruosa di quasi un milione e mezzo speso per il materiale sportivo. Sogni d’oro.

Non basterebbero quattro articoli per parlare poi dell’ultimo arrivato, il quale ha notevoli responsabilità nell’aver consentito tutto ciò. Il servitore dello Stato che si era “informato” sull’imprenditore Saladini, prima di accettare la presidenza. Anziché operare un repulisti sul management, si è tenuto tutta la banda. E si è guardato bene dal firmare bilanci o piani di ristrutturazione, nei quali si passava dai 16 milioni di buco al 30 giugno 2022 fino ai 23 complessivi, appena 6 mesi dopo. Però non gli parlate di debiti, lezioni non ne vuole. Casomai, le impartisce. Peccato, Bud Spencer sarebbe potuto essere lui.

L’uomo dello Stato, ricordatosi di essere reggino dopo anni passati a Roma e varie presenze in tribuna all’Olimpico, si è però dimenticato – al pari delle istituzioni locali – di prendere informazioni sul mazziere. In queste giornate di totale confusione per la Reggina, lo studio Tonucci ha sentito il bisogno di emanare un comunicato per smentire ogni ruolo di intermediazione, nel preliminare di vendita tra i cugini Saladini-Ferraro e la Guild Capital.

Lo studio Tonucci si fregia, nella maggior parte, di grandi professionisti che hanno a che fare con magnati del calibro di Pallotta o Tacopina. Della questione Reggina nel 2022, chissà perché, se n’è occupato una “seconda linea” come l’avvocato Livio Esposizione. Aveva già favorito l’ingresso a Trapani dell’imprenditore Heller, il quale prese i siciliani in B nel 2019 salvo farli sparire nel breve volgere di 12 mesi. Per conferma, chiedere al segretario di cui sopra. E qui c’è anche il comunicato in cui si gonfiava il petto 13 mesi addietro per la fumata bianca tra Saladini ed una Reggina, in quel momento, senza padrone.

Per caso qualcuno ha verificato se lo stesso Esposizione, a vario titolo, abbia effettuato anche una sola telefonata o un solo incontro relativamente alle recenti trattative per l’ulteriore cessione della Reggina? Care istituzioni nostrane che parlate ancora con Saladini, a voi è stato mai nominato questo avvocato Esposizione nelle ultime settimane? E se sì, a che titolo questo professionista si occuperebbe di vicende per le quali non ha nemmeno ricevuto il mandato dallo studio cui fa riferimento?

Ci auguriamo di metterci alle spalle, con un finale positivo nel giro di un mese, questa triste vicenda in cui la Reggina risulta attualmente esclusa dalla Serie B per aver ritardato un risibile pagamento. A prescindere da dove si ripartirà, sarà fondamentale togliere tutta una serie di zavorre, prestigiatori ed intrusi vari. Gente che si mette d’accordo sulle balle da raccontare al padrone di turno. Altrimenti, sia in termini aziendali che sportivi, la Reggina sarà sempre punto e a capo.

 

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