di Roberta Mazzuca – “Questa canzone parla di messaggi, di ciò che noi cantanti trasmettiamo. Ho avuto anch’io i miei artisti preferiti, e cercavo di seguire ciò che mi raccontavano. Non dico che è mio dovere salvarvi, ma forse darvi un esempio, una traccia. Seguite sempre quello che sentite dentro, quello che vi racconta il vostro cuore e i vostri cari”. Così il rapper bresciano Mr Rain, sul palco del Rendano Arena di Cosenza nel suo “Supereroi Tour” e ospite del ‘Restart Live Fest’, parla al proprio pubblico, prima di emozionare la platea con brani quali “Crisalidi” o “Fiori di Chernobyl”, carico di quella verità e fragilità che è cifra stilistica di tutta la sua arte.
Da “Sindrome di Stoccolma” a “Grazie a me”, da “Ipernova” a “Meteoriti”, passando per “I grandi non piangono mai”, “La fine del mondo”, “Ricominciare da me”, o ancora “9.3”, “Carillon”, “Rainbow Soda”, Mr Rain incanta il suo uditorio in un mix di divertimento e poesia che arriva dritto al cuore. Nella storica piazza XV Marzo, animata dalla musica del rapper, ogni cosa diventa magica, suggestiva, a tratti commovente. Come nel momento in cui il cantante presenta il pezzo “A forma di origami”, dedicato a suo padre: “Sono una persona molto introversa, sono sempre stato chiuso. Ho cominciato a fare musica per alleggerire il mio carico emotivo. Tutt’ora faccio molta fatica a spiegare alle persone a cui voglio bene cosa provo, così lo scrivo in un pezzo. A questa canzone tengo moltissimo, perché ci sono trent’anni di cose non dette. A chi? A mio padre”.
Un invito a guardarsi dentro, a non temere la fragilità, ma accoglierla come punto di forza. Un invito a ripartire, ad ascoltarsi, a ricominciare. Un invito a non vergognarsi di fronte ai propri sentimenti perché, dice, “ci hanno imposto di non essere fragili, ma quando siamo fragili siamo ancora più supereroi”. Usare il dolore e le difficoltà come stimolo artistico, trasferirli su un foglio, trasformarli in musica. Mr Rain, che dal palco di Cosenza si racconta intimamente e profondamente non soltanto attraverso i suoi pezzi, riesce a toccare l’anima in modo spontaneo, incitando tutti ad accogliere semplicemente la propria umanità.
“Due, tre anni fa ho avuto un momento veramente cupo, era come se fossi l’unica persona al mondo a soffrire per queste cose. Ma ho chiesto aiuto, e questo mi ha cambiato la vita, mi ha permesso di poter essere senza quelle maschere che continuamente ci impongono”. Ed è privo di maschere che si mostra al proprio pubblico, reale, vero, sincero. Ascoltandolo, le emozioni si amplificano e i dolori diventano meno insopportabili, rendendo tutti noi un po’ supereroi.
E proprio con il brano che gli ha assicurato il terzo posto al ‘Festival di Sanremo’ conclude la serata, dando a tutti appuntamento il 18 novembre ad Assago per l’ultima tappa del suo tour: “Festeggeremo insieme il mio compleanno, sarà una grande festa”.