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Intermediterranea, il ministro Musumeci lancia l’allarme inquinamento nel Mediterraneo: “Nostro mare prigioniero di enormi quantità di plastica”

“Le Regioni debbono tornare ad essere protagoniste. So che è stata già raggiunta nel passato un’intesa, anche con il lavoro della nostra Commissione e la condivisione di diversi Stati membri”. Lo ha detto Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e per le Politiche del Mare, intervenendo, da remoto, a Villa San Giovanni, all’Assemblea Plenaria della Commissione Intermediteranea. “Ma sappiamo anche – ha aggiunto Musumeci – che da parte della Commissione Europea, permangono resistenze nel riconoscere alcune richieste, che riteniamo fondamentali. Vivere su un’isola è già uno svantaggio. Viverci per otto, nove mesi, in inverno e in autunno, è ancora più difficile. Occorre, per questo abbattere le diseconomie, neutralizzare i disagi. Incentivare l’economia e il ricorso alle infrastrutture sulle isole minori, riteniamo sia una priorità non più rinviabile. Le isole minori sono un patrimonio straordinario, che va tutelato. Questo è l’impegno che mi permetto, da rappresentante del Governo italiano, di riaffermare, chiedendo all’Assemblea di farne uno dei temi prioritari della nostra Agenda. Della vostra Agenza, ma io mi considero della famiglia”.

“L’economia blu non, certamente, un elemento di novità – ha quindi aggiunto il Ministro – negli ultimi anni, i Paesi europei, hanno riaffermato la leadership su questo fronte. Il Mediterraneo è solo una piccola parte della superficie coperta dal mare. Ma sappiamo, quanti traffici, quanti interessi lo attraversino. Ecco perché dobbiamo porci il tema dell’inquinamento, che è gravissimo nel nostro mare. Lo abbiamo denunciato, e la Segretaria Elodie lo ricorderà, nell’incontro di Siviglia. Quando abbiamo parlato della denuncia di 25 sindaci di città bagnate dal Mediterraneo, che ricordavano come questo nostro mare sia ormai prigioniero di enormi quantità di plastica. Sia prigioniero del riversamento delle navi. Si tratta di questioni fondamentali che non possiamo ignorare”.

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