“Quando un rappresentante istituzionale antepone il proprio interesse a quello pubblico il danno per il territorio governato è incalcolabile. Falcomatà docet.
Esistono su questa terra degli esseri viventi che, per un motivo ancora sconosciuto appieno, cadono in letargo durante la lunga stagione invernale.
Per lunghi mesi restano dormienti sulle questioni aeroportuali dello scalo reggino e, ai primi caldi estivi quando sopravviene il risveglio dei sensi, stressati dal sonno e dal lungo digiuno, enunciano frasi senza alcun filo logico lontane dall’interesse del territorio rappresentato.
Ninni Tramontana, Presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria ma anche di altre province calabresi, pare appartenga a questa specie. Della stessa categoria fa parte il Sindaco ff Paolo Brunetti che, mentre l’Aeroporto veniva saccheggiato e svenduto dal suo capo Falcomatà, seduto tra i banchi della maggioranza in Consiglio Comunale non proferiva parola. Oggi, come se niente fosse, tenta di travestirsi da pre-capo del popolo e pre-salvatore della patria in attesa dell’avvento del vero Sindaco Giuseppe Falcomatà.
Così, quando qualcuno osa evidenziare le chiare politiche societarie della Sacal, che privilegia spudoratamente lo scalo lamentino ai danni di quello reggino, escono improvvisamente allo scoperto, ergendo uno scudo protettivo a difesa del carnefice degli interessi di questa comunità.
Quali siano i reconditi motivi che trasformano esseri viventi, solitamente sordomuti e tiepidi, in vividi individui che addirittura difendono lo schema societario SACAL, a totale trazione Catanzarese, Lametina e Cosentina, non è dato per il momento saperlo.
Il fatto certo, molto triste e preoccupante, è vedere colui che dovrebbe difendere con le unghie e con i denti la classe imprenditoriale del nostro territorio, spostare il baricentro dall’interesse reggino ai nostri storici nemici fisiologici che si sono sempre alleati per colpire ed affondare la nostra Città.
Tramontana ha recentemente affermato: “Dovremmo prima chiederci se si disponga delle risorse finanziarie e delle competenze e se vi sia un contesto privato incline all’investimento. Come Camera riteniamo tale opzione di difficile realizzazione”.
Appare dunque chiara l’affermazione del leader della Camera di Commercio che stabilisce come nel nostro territorio non ci siano le competenze e le risorse finanziare per realizzare la nostra società di gestione. Ma chi dovrebbe essere il fulcro istituzionale per reperire le competenze e le eventuali risorse private se non il Presidente della Camera di Commercio preposto anche a finanziare direttamente, come ente camerale, tale operazione?
Ecco tutto questo è incredibile e quasi inverosimile. Coloro che devono difenderci e devono essere i propulsori dello sviluppo del territorio sono proprio quelli che lo abbandonano mettendolo alla mercè dei nemici.
Non bastano i risultati tragici registrati dallo scalo reggino negli ultimi sei anni, dopo che Falcomatà per motivi personali e di carriera ha svenduto il cuore della Città, per convincere il numero uno della Camera di Commercio che la SACAL è l’aguzzino che determinerà la chiusura definitiva del Tito Minniti? Che cosa dovrebbe succedere ancora per capire quello che è già avvenuto?
Si sta applicando il vecchio espediente di imbrattare la verità per oscurare le falsità inconfessabili?
Ninni Tramontana, che è un importante e serio imprenditore del nostro territorio, sa bene che se non difendiamo direttamente noi il nostro spazio non lo potranno mai fare i nemici storici di Reggio.
Darebbe lui la gestione della sua importante azienda al suo primo competitor commerciale? Sicuramente no. Ma l’Aeroporto, che è il cuore pulsante di Reggio, sicuramente sì.
Stiamo edificando una lapide ideale dove scolpire, in modo indelebile, i nomi dei nemici di Reggio e del suo aeroporto: il secondo, dopo Falcomatà, lo abbiamo trovato. Brunetti è solo una comparsa.
Ma, sapendo che la speranza è l’ultima a morire auspichiamo un rapido e convinto ravvedimento operoso di Ninni Tramontana che, se comincerà ad amare la Città più di qualunque altro interesse, troverà la forza di rompere le catene e i vincoli che troppo spesso hanno spinto i nostri rappresentanti istituzionali a determinare il declino della nostra amata Città.
Dico al Presidente Tramontana che noi siamo Reggio Calabria e non saremo mai lo zerbino di nessuno”. Lo afferma in una nota il consigliere comunale di Reggio Calabria, Massimo Ripepi.