“Una data storica in tema di legalità e contrasto alle mafie”. Con voto unanime nella giornata di ieri il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge per il riconoscimento e il sostegno del progetto Biesse “Giustizia e umanità-Liberi di scegliere”.
Una legge come un’altra se non fosse – si legge in un comunicato stampa dell’associazione Biesse – che stiamo parlando del rivoluzionario percorso rieducativo promosso dal dottor Roberto Di Bella, presidente del Tribunale dei minorenni di Catania.
Il giudice messinese ha capito prima degli altri un aspetto sociologico sotto gli occhi di tutti: la mafia si eredita. Nelle vesti di giudice del Tribunale dei minorenni di Reggio Calabria, ha giudicato prima i padri e poi i figli: stessi cognomi, stessa tipologie di reato. C’è in atto un indottrinamento criminale. Ne è scaturito un progetto “Liberi di scegliere” promosso per far capire ai figli dei boss che un’altra vita è possibile. Figli delle mafie: liberi di scegliere una vita nuova. Qualcosa in più di un semplice slogan. Ne è nato un libro prima e un film dopo, sempre ispirati a storie vere. Difatti, hanno usufruito del percorso virtuoso più di cento minorenni, rivoluzionando il mondo della giustizia minorile.
“Dopo anni di duro lavoro, siamo veramente felici e soddisfatti per l’approvazione della legge regionale”, ha asserito il giudice Roberto Di Bella, precisando, di concerto con Bruna Siviglia, che “la Calabria è pioniera in questo rivoluzionario progetto”. E ancora: “Grazie alla dottoressa Pasqualina Straface, grazie al presidente Filippo Mancuso e grazie a tutto il consiglio regionale perché da oggi si volta pagina e si tutela la libertà come bene primario”.
In agenda, come argomentato dalla relatrice Pasqualina Straface, borse di studio e incontri nelle scuole: “la ‘ndrangheta si sconfigge anche con la cultura”. Ieri, a Palazzo Campanella, anche il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso e la presidente l’associazione culturale no profit Biesse Bruna Siviglia.
“Liberi di scegliere” è un percorso conosciuto in tutta Italia e attenzionato anche all’estero per le importanti ricadute pedagogiche.