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Tutte le anime di Russell Crowe: il Premio Oscar neozelandese scatena Catanzaro con il suo country rock

di Gaia Serena Ferrara –

 

Anima rock. Spirito blues. Ispirazione tipicamente country.

Elegante e rude. Sentimentale e brutale. Ironico e profondo.

L’uomo, l’attore, il performer.

Ieri sera Catanzaro ha avuto modo di conoscere e toccare quasi con mano le tante sfaccettature del Premio Oscar neozelandese Russell Crowe che, con i suoi “The Gentlemen Barbers”, ha regalato al capoluogo la primissima tappa del suo tour internazionale.

Un turbinio di colori, di voci, di emozioni ha travolto il pubblico del Teatro Politeama di Catanzaro.

Russell, infatti, non perde tempo: appena entrato sul palco, prende un sorso di birra, si avvicina al microfono e inizia a cantare.

L’esordio della sua voce con il brano “Stand” è soffice, gentile, caldo ma fermo, così profondo che la platea si ritrova subito immersa in un’atmosfera surreale quasi aulica già pronta a prendere bruscamente un’altra rotta.

Già con la successiva “Baby, don’t be so unkind” i The Gentleman Barbers rompono la bolla e svelano l’incanto iniziale con l’esplosione rock che tutti attendevano.

Al contempo, Russell non manca di coinvolgere direttamente il pubblico del capoluogo nella sua performance: quando arriva la volta di uno dei brani più noti del repertorio, Crowe invita tutti a prendere i cellulari, accendere le torce e seguirlo al ritmo di “Let your light shine”.

Fra un brano e un altro, poi, gli immancabili saluti e i ringraziamenti alla città e alla Calabria che lo hanno ospitato “Ciao Catanzaro” – afferma il premio oscar fra un intermezzo e un altro – “Sono molto felice di essere qui”.

Momenti di puro rock, con un’energia che ricorda vagamente quella del grande Bruce Springsteen, ai quali non potevano non accompagnarsi parentesi musicali estremamente sentite e profonde, come quella dedicata ad un brano dei Dire Straits “Romeo and Juliet” che Russell interpreta nella penombra e quasi completamente solo sul palco, una mano in una tasca, un gesto usuale e intimo.

Nonostante la musica basti già a risultare estremamente travolgente, Russell non si limita solo a presentare le sue canzoni ma scherza e ride con la platea, raccontando aneddoti della sua vita da musicista e della sua carriera cinematografica.

Da quando, per guadagnarsi da vivere, andava in giro per le strade accompagnato dalla sua chitarra e da un pacchetto di sigarette, alla telefonata ricevuta dal regista Bertolucci che lo voleva come protagonista di un film che lo stesso Crowe sconsiglia vivamente al pubblico.

“Avrei dovuto girare una scena con un ragno grande più della mia mano e questo ragno sarebbe salito sul mio corpo fin dentro la mia bocca”.

“Ho girato questa scena circa 10 volte e il giorno dopo avevo l’eczema su tutto il corpo, causato dal veleno della tarantola che mi aveva camminato addosso il giorno prima”.

“Per farla breve – conclude – credo di essere l’unico premio oscar al mondo ad essere stato ‘fottuto’ da un ragno”.

Fra ilarità e profondità, fra un brano e un altro, Russell regala al pubblico anche una splendida cover di “Valerie” di Amy Winehouse e del brano “Folsom Prison Blues” di Jhonny Cash al quale l’attore confessa di essere particolarmente legato.

Il coinvolgimento del pubblico, tuttavia, raggiunge l’apice nei momenti finali del concerto, quando Russell e la band incitano tutti ad alzarsi e ballare con loro. La platea si scompone, molti scendono fino al palco e iniziano a muoversi a ritmo di musica e tutto quello che, fino a poco prima era investito della formalità che contraddistingue tipicamente un teatro, lascia spazio al divertimento e alla libertà di un concerto all’aperto.

Un esordio incisivo e di grande impatto, quello di ieri sera, in linea con la ricorrenza che vede il Magna Graecia Film Festival festeggiare il suo 20esimo anno di vita. Un successo che, probabilmente, il capoluogo faticherà a dimenticare.

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