di Gaia Serena Ferrara –
“Lo abbiamo annunciato, lo abbiamo promesso, lo avviamo oggi.”
Queste le parole con le quali il sindaco Nicola Fiorita ha esordito oggi, per presentare e introdurre quello che è stato uno dei punti fondamentali e prioritari fin dalla campagna elettorale e ribadito nelle linee programmatiche.
Un progetto annunciato un anno fa, che oggi prende ufficialmente piede: quello della Grande Catanzaro.
In un contesto regionale contraddistinto dalla problematica tuttora aperta della fusione dei comuni, l’amministrazione comunale del Capoluogo presenta un progetto in controtendenza rispetto alle modalità tradizionali di concertazione inter-comunale.
“Vuole essere un progetto che non cade dall’alto verso il basso, ma che parte già dal basso -afferma Fiorita, spiegando come – gli altri percorsi partono da provvedimenti che suscitano una serie di perplessità a livello politico: perché sono processi che sembrano calati dall’alto e che generano diffidenza e malcontento.
Tanti i punti di interesse all’interno di questa visione strategica ampia: dai Servizi telematici e di rete, alla formazione dei dirigenti, del personale, delle polizie locali. Ancora, dalla creazione di un sistema bibliotecario con unico motore di ricerca, a un piano di trasporti complessivi, al coinvolgimento dei comuni confinanti nella gestione del porto, e tanto altro.
“Tutto questo va messo insieme in un progetto unitario, per dare ai cittadini migliori servizi. Per supportare le imprese che resistono con tanta difficoltà. Bisogna lavorare insieme, in un’ottica collaborativa, l’unica che può produrre risultati.” Afferma Fiorita, che ribadisce anche come nelle intenzioni alla base di questo programma, non sia presente alcun senso di rivalsa, o di prevaricazione.
“La città di Catanzaro si assume l’onere di promuovere il percorso, ma lo fa senza alcuno spirito egemonico, anzi mettendosi al servizio e alla pari di tutti gli altri comuni”. Aggiunge il sindaco.
Due gli obiettivi fondamentali insiti in questa iniziativa e in questo modo di procedere: uno prettamente politico, uno squisitamente amministrativo.
Politicamente, infatti, è innegabile che risulti prioritario restituire centralità all’area centrale, costruendo una sorta di “città metropolitana di fatto” per supplire a tutto quello che il catanzarese ha visto sottrarsi in questi anni.
“E’ importante costruire massa critica, che abbia forza politica” spiega ancora Fiorita.
In questo, l’aspetto amministrativo deve procedere di pari passo e in parallelo, in modo che si crei un patto fra sindaci a partire dal basso e dal quale si prendono le mosse per promuovere forme associative non necessariamente identiche all’unione comunale classica. “Bisogna anche sperimentare quelle possibilità che la nuova programmazione offre, migliorando così anche la qualità dei servizi che vengono offerti”, continua Fiorita.
Un percorso che, in definitiva, non sarà semplice ma che ha già ricevuto un’ampia adesione da parte dei comuni individuati in un’area di circa 30km.
Fra i soggetti presenti anche il Direttore affari regionali della Calabria, Giovanni Vetritto, e il segretario regionale Anci, Francesco Candia, i quali hanno insistito sulla bontà di questa iniziativa che non prevede che ci siano soggetti succubi di decisioni istituzionali prese da qualcun altro.
“Raramente mi è capitato – ha affermato Vetritto – di sentire una visione così ambiziosa di programmazione unitaria e intercomunale come quella presentata dal sindaco Fiorita”.
Si tratta, anche secondo gli esperti del Progetto nazionale Italiae, di una modalità diversa, più alta, di approcciare alla problematica della frammentazione amministrativa: una concertazione di realtà interconnesse attraverso un coordinamento più allargato e più ampio.
Tante le tematiche calde che interessano questo ambito “sperimentale”: rafforzamento amministrativo, migliore utilizzo delle risorse pubbliche, digitalizzazione dei servizi, sviluppo del territorio.
Eppure lo stesso responsabile ANCI sottolinea come “La vera anima dell’iniziativa e di questo nuovo modo di procedere sia l’entusiasmo, la valenza umana, con le comunità protagoniste del percorso, abbandonando logiche impositive che rischiano di non tenere conto degli interessi di chi non partecipa alle decisioni ma invece le subisce”.