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Le pagelle di AGENAS agli ospedali: luci e ombre della sanità calabrese

Lo scorso 24 maggio l’Agenzia Nazionale Sanitaria per i Servizi Sanitari Regionali ha pubblicato uno studio statistico di rilevazione delle performance (relativo al triennio 2019 – 2021) su 53 Aziende Ospedaliere e Ospedaliero Universitarie di tutto il territorio nazionale. L’evento è in linea con il mandato assegnato all’AGENAS dal Parlamento e, come si legge sul sito della stessa Agenzia, “ha l’intento di fornire un utile approfondimento rispetto alla capacità del management sanitario di conseguire gli obiettivi assistenziali – esiti e accessibilità – coerentemente con le risorse disponibili – finanziarie, professionali e tecnologiche -, attraverso il governo dei processi e l’adozione di adeguati modelli organizzativi”.

Delle quattro Aziende Ospedaliere calabresi prese in esame, il Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria ed il “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro, pur non raggiungendo i livelli di eccellenza segnati nella mappa dal semaforo verde (solo 9 Aziende su 53 hanno ottenuto tale risultato),  si attestano nella media nazionale. In rosso, invece, le prestazioni del “Mater Domini” di Catanzaro e dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza.

Non certo un risultato brillante per la Sanità calabrese che, tuttavia, non si discosta di molto dalla realtà centro meridionale denunciando, così, tutte le storture di un Paese a due velocità in cui anche il diritto alla Salute è esigibile in relazione alla posizione geografica. A riprova di ciò, va detto che le 9 realtà ospedaliere che hanno ottenuto il bollino verde dall’Agenas (indicativo di alti livelli performativi) sono tutte situate al centro-nord, in particolare in Toscana.

La realtà calabrese:

G.O.M. “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria: Sostenibilità economico-patrimoniale (intesa come equilibrio di bilancio, presidio dei costi operativi ed efficienza nell’ambito delle procedure amministrative e contabili) e Personale (dotazione di figure professionali e delle politiche di gestione delle risorse umane) sono le aree di performance in cui l’Ospedale di Reggio va meglio, fino a raggiungere alti livelli di Performance nel primo caso. Meno bene, invece, vanno le cose in riferimento all’area relativa all’“Accessibilità” e a quella di rilevazione che riguarda gli “Investimenti”, benché nel 2021, ultimo anno preso in esame, vi sia stato un incremento rispetto ai precedenti.

A. O. “Annunziata” di Cosenza: raggiunge un risultato medio-alto solo nell’area di Performance relativa al “Personale”; medio è invece il livello concernente la “Sostenibilità economico-patrimoniale”, mentre si attesta su livelli medio-bassi e bassi in relazione alle aree “Accessibilità”, “Investimenti” e “Governance dei processi”.

A. O. U. “Mater Domini” di Catanzaro: ottiene un risultato medio-alto solo per quanto riguarda l’area performativa della “Governance dei processi organizzativi”, tuttavia, in tutti gli altri indicatori fa registrare un livello medio-basso.

“Pugliese Ciaccio” di Catanzaro: ottiene un risultato medio-alto per ciò che concerne la “Sostenibilità economica-patrimoniale” e il “Personale”, mentre si attesta nel livello medio per quanto riguarda la “Governance”. Sono, invece, bassi i livelli delle aree che riguardano l’“Accessibilità” e gli “Investimenti”.

 

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