Lo scompenso cardiaco rappresenta un serio problema di salute pubblica tanto più rilevante in quanto l’età media di vita è sensibilmente aumentata. Da qui nasce l’esigenza e l’importanza di una migliore e più efficiente gestione del paziente scompensato. A questo proposito, nei giorni scorsi, è stato eseguito presso la U.O.C. Cardiologia-UTIC del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, diretta dal dr. Frank Benedetto, il primo impianto di un innovativo dispositivo per il trattamento elettrico dello scompenso cardiaco refrattario, dando avvio ad una nuova stagione nel trattamento di questa patologia al GOM e allineando l’Azienda ai migliori standard europei.
L’intervento effettuato dall’equipe di Cardiostimolazione, guidata del dr. Antonio Pangallo, responsabile della cardiologia interventistica, ha permesso di attivare un moderno sistema di modulazione della contrazione cardiaca, definito CCM (Cardiac Contraction Modulation), ad un paziente affetto da cardiomiopatia dilatativa e con funzione ventricolare severamente depressa.
Questa nuova tecnologia ha lo scopo di migliorare la contrattilità cardiaca tramite l’erogazione di una piccola quantità di energia a livello del setto cardiaco, vicino alle vie di conduzione, in modo tale da provocare quelle modifiche cellulari atte a far aumentare il calcio intracellulare e di conseguenza la contrazione, con un effetto che si propaga man mano alle cellule circostanti migliorando l’attività contrattile del cuore.
Il dispositivo è molto simile ad un pacemaker, formato da un generatore/cassa collegato a due elettrocateteri che vanno inseriti sul setto interventricolare, ed è posto nella regione pettorale, subito al di sotto della clavicola. Il dispositivo consuma più energia di un normale pacemaker, tuttavia ha il vantaggio di poter essere caricato (circa una volta a settimana) con una placca posizionata sulla cute per 40-60 minuti.
Nei pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica la modulazione della contrattilità cardiaca rappresenta una concreta opzione terapeutica, essendosi rivelata un trattamento sicuro ed efficace nel ridurre i ricoveri per scompenso e nel migliorare i sintomi, la capacità funzionale e, soprattutto, la qualità della vita.