Lo Yavapai Arts College di Prescott in Arizona ospita l’ennesima mostra americana dell’artista Mario Loprete che per l’occasione ha creato quasi 100 opere ad hoc.
Il cemento è usato come colore da Loprete per dipingere i suoi B-Boys, usando come supporto il sacchetto di carta che lo conteneva.
I ballerini di breakdance volteggiano sinuosamente sulla superficie e diventano parte integrante della grafica e della comunicazione della Calme , azienda produttrice del cemento che l’artista predilige per i suoi lavori. Il sacchetto di carta diventa un’opera d’arte non solo a livello di contenuto ma anche a livello estetico.
Il cemento liberato dal suo involucro invade l’opera diventando parte del tutto. Il sacchetto Calme diventa importante quanto la figura creata, elevandolo in una sorta di estasi artistica e catartica.
Lo stesso vale per le opere con cemento e smalto sulle buste del Mc Donald’s. In questo caso l’hip hop e il cemento incontrano il Mc Donald’s. Tre concept internazionali dal risultato diretto, fruibile e lineare.
Per le sculture in cemento Mario Loprete ha usato i suoi vestiti come punto di partenza, attraverso la sua personale tecnica riconosciuta a livello internazionale , li ha scolpiti e successivamente vi ha aggiunto il logo dello Yavapai Arts College. L’artista ha volutamente sottolineato il senso di appartenenza al College, come ogni studente universitario che indossa con orgoglio la t-shirt, il cappellino o le scarpe con il logo: YC
Altra serie di lavori sono i cementi su cartoncino sui quali ha dipinto il logo una chiara rappresentazione di un murales. La presenza, il passaggio dell’uomo in un luogo, fin dalla preistoria, è testimoniato dai murales. Oggi il cemento armato è il supporto ideale per writers, sui quali scrivono e disegnano la loro interpretazione personale sul mondo in cui vivono.
Il gelato in cemento armato è un richiamo alla mia italianità. Presuntuosamente o per giusta ragione, gli italiani fanno il gelato più buono del mondo e l’apporre il logo YC diventa simbolo di gemellaggio tra due culture simili e diverse allo stesso tempo.
Infine Angel. Mario Loprete è molto affezionato a questa scultura. Ha ricreato lo stampo del suo primo giocattolo che i genitori gli hanno regalato nei suoi primi giorni di vita. Angel rappresenta la sua guida, il suo mentore. Il passaggio dalla pittura figurativa a una forma d’arte più concettuale.
Mario Loprete, Catanzaro 1968
Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro
“La pittura è il mio primo amore. Un amore importante. Puro. Creare un quadro, partendo dalla ricerca spasmodica di un concetto con cui voglio trasmettere il mio messaggio questo è per me il fondamento della pittura. La scultura è la mia amante. Il mio tradimento artistico alla pittura, quell’amante voluttuosa e sensuale che ispira emozioni diverse e che toccano corde proibite.
Per le mie sculture in cemento, utilizzo i miei vestiti personali. Attraverso il mio processo artistico in cui utilizzo gesso, resina e cemento, trasformo questi capi di abbigliamento in opere d’arte. Il desiderio voluto è che il mio DNA e la mia memoria , i miei ricordi rimangano all’interno , sotto uno strato di cemento, come li protegge e li preservi come un guscio. Il risultato incuriosisce la persona che osserva queste sculture e si trasforma in una specie di archeologo postmoderno, che studia il mio lavoro come artefatto urbano.
Mi piace pensare che chi guarderà le mie sculture realizzate nel 2020/22 potrà percepire l’angoscia, la vulnerabilità, la paura che ognuno di noi ha provato di fronte ad un problema planetario quale è stato il Covid 19… sotto uno strato di cemento ci sono i miei abiti con cui ho vissuto questo periodo nefasto. Abiti sopravvissuti al terribile virus , molto simili a quelli sopravvissuti dopo la catastrofica eruzione di Pompei di 2000 anni fa, capaci di raccontare l’incapacità dell’uomo di affrontare la tragedia delle vite spezzate e di economie distrutte”.