L’inchiesta sul mercato dei voti gestito dai rom nella città di Catanzaro e le relative dichiarazioni della collaboratrice di giustizia, Annamaria Cerminara, sono di una gravità inaudita e devono scuotere più che mai le coscienze dell’opinione pubblica.
Partendo dal giusto presupposto che la magistratura deve fare il proprio lavoro per giungere alla verità su questi gravi episodi che gettano pesanti ombre sull’amministrazione pubblica, una riflessione però è obbligatoria farla. Qui ci si deve rifare alle parole di pochi giorni fa del procuratore Nicola Gratteri che in riferimento alla domanda posta alla sua persona relativamente all’azione del governo in merito alla lotta alla criminalità organizzata, il giudice ha risposto di attendere ancora le prime riforme dall’esecutivo a guida Giorgia Meloni.
Da qui potremmo prendere spunto riguardo alla triste e drammatica vicenda catanzarese dove ci sta una comunità rom che da anni costituisce un ghiotto bacino elettorale cui attingono un po’ tutte le forze politiche attraverso alcuni candidati del territorio. E’ opportuno pertanto che il Ministro Nordio per esempio non smantelli la legge sulle intercettazioni attraverso una possibile e più volte paventata riforma. Le intercettazioni sui reati di mafia e soprattutto quelle per i reati satelliti alla mafia, vadano rafforzate e sostenute con ogni mezzo.
Noi di Exit consci del fatto che ancora nell’inchiesta non ci sono ancora elementi chiarissimi però appare del tutto evidente una certa e decisa permeabilità nell’amministrazione pubblica della stessa comunità rom a Catanzaro, il che significa pertanto infiltrazione mafiosa nei possibili gangli dei vari enti politici. Noi di Exit chiediamo venga fatta chiarezza il prima possibile su tale vergognosa vicenda , esigendo presto di conoscere quale ente pubblico eventualmente sia stato infiltrato, perché questa è una inchiesta che potrebbe allargarsi e coinvolgere altri soggetti.