Un’organizzazione criminale di tipo mafioso riconducibile a soggetti della comunità di origine rom, stanziali nella zona sud di Catanzaro. E’ quanto emerso dall’operazione condotta stamani dalla Polizia con il coordinamento della Dda di Catanzaro che ha portato a 62 arresti.
E’ la prima volta che a Catanzaro viene contestata l’associazione mafiosa ad un gruppo di etnia rom del quale l’inchiesta ha ricostruito l’organigramma con i ruoli dei vari associati, nonché le varie attività illecite poste in essere e i vari settori di operatività capaci di condizionare le attività economiche delle vittime. L’inchiesta, infatti, avrebbe evidenziato che l’organizzazione riconducibile a soggetti della comunità rom ha acquisito nel tempo un’operatività autonoma per la gestione delle attività criminali, affrancandosi dal ruolo, ricoperto in passato, di terminale operativo delle cosche di ‘Ndrangheta del crotonese, ottenendo così la gestione indipendente delle attività estorsive, oltre che delle attività di spaccio di sostanza stupefacente sul territorio di Catanzaro.
POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>> C’è anche un agente della Polizia penitenziaria tra gli arrestati nella maxi-operazione a Catanzaro: ai domiciliari con altri 23. 38 sono in carcere
In tale contesto, nell’ordinanza cautelare è stata ritenuta la gravità indiziaria, tra l’altro, per reati contro il patrimonio, tra i quali furti propedeutici alle attività estorsive, estorsione, oltre che spaccio e traffico di sostanze stupefacenti. L’inchiesta ha anche portato alla luce l’esistenza di altre due organizzazioni finalizzate al traffico di droga di vari tipi, principalmente cocaina.
In particolare, una delle due, con canali di approvvigionamento dello stupefacente da fornitori della provincia di Reggio Calabria e di Crotone, gestiva lo spaccio dall’interno dell’abitazione – continuamente presidiata e resa sicura da sistemi di videosorveglianza – individuata dal sodalizio come base operativa per la detenzione, l’occultamento, la preparazione, il confezionamento e lo smercio della sostanza stupefacente. La seconda associazione, caratterizzata da una struttura a base familiare, sarebbe stata operante tra le province di Catanzaro e Crotone, nel comprensorio ricadente tra la zona sud est della provincia di Catanzaro e quello confinante crotonese, comprensivo dei comuni di Steccato di Cutro e Cutro.
LEGGI ANCHE >>> Blitz antindrangheta a Catanzaro: tra i 62 arresti, colpito anche clan Rom di Cutro