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Il Consiglio comunale di Cosenza approva una deliberazione per ritiro del DDL Calderoli. Il Sindaco Franz Caruso: “Questo disegno di legge mina l’unità d’Italia”

Il Consiglio comunale presieduto da Giuseppe Mazzuca ha approvato, con 15 voti favorevoli e due contrari (i consiglieri di Fratelli d’Italia Francesco Spadafora e Ivana Lucanto), al termine del dibattito dedicato al disegno di legge recante disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, una deliberazione nella quale viene chiesto il ritiro del Disegno di legge Calderoli allo scopo di favorire una discussione su un’ipotesi di Autonomia Differenziata – rispetto alla quale il Consiglio comunale non ha dichiarato la sua ostilità – che rispetti l’unità nazionale, salvaguardi i diritti dei cittadini del Meridione, garantendo le risorse necessarie per contenere il divario Nord-Sud.

Nello stesso atto deliberativo il civico consesso ha chiesto, inoltre, il calcolo e il finanziamento dei Livelli Essenziali delle Prestazioni e la ridefinizione del Fondo perequativo per i Comuni. L’atto del Consiglio comunale di Cosenza sarà portato all’attenzione dell’ANCI, che partecipa alla Cabina di Regia di cui al comma 792 della Legge di Bilancio, per far sì che si adoperi in tutte le sedi istituzionali competenti a promuovere sulla materia di rilevanza costituzionale un serio dibattito in Parlamento e un confronto nel Paese che coinvolga tutti i soggetti istituzionali e della società civile. Nell’adottare il provvedimento licenziato questa sera al termine della seduta, tenutasi nella sala delle adunanze del Consiglio Provinciale di Piazza 15 Marzo, per l’indisponibilità della sala consiliare di Palazzo dei Bruzi, attualmente interessata, come è noto, da lavori di riparazione strutturale, il Consiglio comunale ha evidenziato nell’atto deliberativo che l’Agenzia per la Coesione Territoriale ha recentemente pubblicato un report nel quale viene esplicitato come nel 2023 continuino ad aumentare i divari tra nord e sud del Paese. Secondo i dati dell’Agenzia la spesa pubblica pro-capite in Italia oscilla tra le 16mila e le 19mila euro tra Veneto, Lombardia e Piemonte, a fronte delle 13mila e 700 della Campania, le 14mila della Sicilia e le 15mila della Calabria. Cifre, queste, destinate a servizi essenziali come politiche sociali, istruzione, sanità, infrastrutture, amministrazioni, gestione dell’acqua, beni culturali e ambiente. A fondamento della delibera adottata, il Consiglio ha posto una serie di motivazioni:

– il fatto che il DDL Calderoli ha suscitato pesanti interrogativi e forti perplessità in ordine alla difesa dell’unità nazionale, contenendo meccanismi che acuirebbero notevolmente il già evidente divario Nord-Sud;

– inoltre, che appare paradossale, a fronte dell’esortazione dell’Unione Europea di ridurre i divari che ci sono nel Paese, che il Governo italiano voglia puntare, invece, su un arroccamento delle aree più sviluppate e ricche. E ancora che il DDL Calderoli limiterebbe l’azione perequativa statale che oggi, nonostante i suoi limiti, può agire a favore delle Regioni meridionali, contenendo la spinta alle divisioni e garantendo comunque il mantenimento di servizi essenziali. Tra le altre motivazioni il Consiglio comunale ha poi sottolineato che l’intervento coordinato dello Stato durante l’emergenza pandemica ha evidenziato la necessità di superare il nefasto impianto dei 20 modelli di sanità regionale, ognuno diverso dall’altro. Infine, che il Disegno di legge del Ministro per gli Affari Regionali è da considerarsi una proposta del tutto iniqua e che lede ulteriormente il patto di solidarietà sancito dalla Costituzione in tema di coesione territoriale, in quanto aumenterebbe le frammentazioni nel tessuto sociale e le disuguaglianze tra cittadini e territori. La formale presa di posizione del Consiglio comunale della città di Cosenza poggia anche su ulteriori ragioni:

– con l’attuazione del disegno di legge Calderoli le Regioni ricche del Nord potranno trattenere fino a nove decimi del proprio gettito fiscale per spenderlo nei propri territori, mentre, nel frattempo, ulteriori competenze in 23 materie importanti, finora esclusive dello Stato, saranno cedute alle Regioni stesse;

– il DDL Calderoli lederebbe i diritti della popolazione meridionale in ordine a questioni vitali come il diritto alla salute, la dotazione infrastrutturale, la qualità del sistema formativo e dei servizi socio-assistenziali;

– il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno, ha fatto un forte richiamo ai valori dell’unità nazionale, ricordando che la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che ledono i diritti delle persone.

E, non da ultimo, sul fatto che nel disegno di legge esistono fondati dubbi di legittimità costituzionale nel momento in cui prevede che i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) siano definiti non da una legge, ma da DPCM, svuotando così il ruolo del Parlamento e della volontà popolare.

Nella delibera del Consiglio si è tenuto a precisare che non si tratta di essere contrari ad una riforma, tra l’altro prevista dalla Costituzione, ma vi sono necessità inderogabili, anch’esse previste nei suoi dettami, come il riequilibrio del rapporto popolazione-spesa pubblica, il quale determina i Livelli Essenziali delle Prestazioni e di Assistenza. E che garantire gli stessi diritti alla popolazione tutta, significa ridurre i divari su indicatori come quello dell’emigrazione sanitaria ed economica, della dotazione infrastrutturale, della qualità del sistema formativo e dei servizi socio-assistenziali, della diversa aspettativa di vita tra Nord e Sud. Si tratta, dunque, di dire no a questa Autonomia Differenziata: si potrà tornare a parlarne, in termini diversi dagli attuali, solo dopo aver risolto tali questioni imprescindibili. Ristabilite equità e perequazione, si potrà affrontare il futuro con maggiore serenità.

Ad inizio di seduta, il Presidente del Consiglio comunale Giuseppe Mazzuca ha chiesto all’aula di osservare un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime del tragico naufragio di Steccato di Cutro.

Il dibattito ha poi fatto registrare gli interventi del capogruppo del PD Francesco Alimena che come primo firmatario dell’ordine del giorno in discussione ha dato lettura, in apertura di seduta, del documento presentato alla Presidenza, e, inoltre dei consiglieri Giuseppe Ciacco, Gianfranco Tinto, Francesco Spadafora, Aldo Trecroci, Bianca Rende e Mimmo Frammartino. Contributi significativi sono venuti anche dalla società civile e da altri rappresentanti istituzionali: da Rosa Principe e dal Prof.Nocito (dell’Università della Calabria) in rappresentanza del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, dal Sindaco di Acri, Pino Capalbo, da Paolo Cretella, segretario generale della Uil Cosenza e Teresa Aiello della CGIL. Dei loro interventi si darà conto domani in un altro comunicato stampa.

L’intervento del Sindaco Franz Caruso

Il dibattito è stato poi concluso del Sindaco Franz Caruso che ha aperto il suo intervento ringraziando gli intervenuti e in particolare i consiglieri comunali firmatari dell’ordine del giorno “perché – ha detto – i consiglieri comunali, a differenza dei parlamentari che sono nominati, sono eletti, quindi rappresentano quella parte della città che , attraverso loro, si esprime in questi contesti” Franz Caruso ha definito “una materia particolarmente importante e delicata quella che si è dibattuta stasera”. Il Sindaco non è entrato nei dettagli normativi e costituzionali “perché sia il prof.Nocito che i consiglieri comunali che mi hanno preceduto, come Giuseppe Ciacco, hanno già chiarito gli aspetti di rilevanza legislativa e costituzionale”. Poi ha parlato di dibattito politico. “Su questo tema – ha chiarito il primo cittadino – la questione è politica, ma non è di contrapposizione politica, perché ritengo che ci sia la necessità di difendere quelli che sono i valori del nostro Paese, rispetto ad una materia che ha ripreso vigore nel momento in cui ci sono state le ultime elezioni politiche e una coalizione le ha vinte, ma quella coalizione per due terzi non rappresenta quello che è contenuto nel disegno di legge Calderoli. Perché quei due terzi – ha spiegato ancora Franz Caruso – rappresentano una parte assolutamente maggioritaria del Paese che ancora oggi ne difende l’unità. Quell’altro terzo di questa coalizione, che poi nei numeri è una minoranza risicata del Paese – ha aggiunto – riprende un discorso che da vent’anni non aveva più questo vigore e che viene valutata, a mio giudizio, solo da un punto di vista elettoralistico”. Per Franz Caruso il problema ha una connotazione prettamente elettorale “che muove verso una direzione che certamente non fa gli interessi del Paese. Forse sarebbe stato più giusto – ha rimarcato – discutere della portata del regionalismo dal 1970 ad oggi e cosa ha prodotto il regionalismo in questi 53 anni di vita. Sarebbe stato giusto verificare se quello che era un potere importante delegato costituzionalmente alle Regioni, e cioè il potere legislativo, era stato rispettato e utilizzato dalle Regioni, mentre invece, col tempo, si è trasformato in mero potere gestionale.”. E il Sindaco Franz Caruso lo ha detto a chiare lettere: “la crisi del regionalismo risiede proprio in questa trasformazione. Le Regioni sono diventate istituzioni che governano e non che legiferano. Noi contrastiamo il ddl Calderoli perché si tratta di un disegno di legge che non risponde alle esigenze del Paese e dei territori di avere un’autonomia rispetto ad alcune materie. Quando si difendono gli interessi di un territorio, come noi stiamo facendo in questa sede, non ci può essere una contrapposizione ideologica perché – lo dico senza infingimenti – sono stato assolutamente contrario a quella che è stata la riforma del Titolo V della Costituzione voluta dal mio schieramento politico nel 2001. Non l’ho condivisa allora e non la condivido, a maggior ragione, oggi”. In altri termini – ha poi spiegato il Sindaco – “si toglie un potere unitario del nostro sistema per demandarlo a 20 realtà completamente diverse. Scuola, sanità, sicurezza, trasporti, mobilità diventerebbero ognuna patrimonio non di tutti i cittadini che hanno diritto ad avere gli stessi servizi in tutto il territorio nazionale, ma a separarli in 20 repubblichette. Questa è l’impostazione che non si può e non si deve condividere. Il Paese cresce se è unito, ma cresce soprattutto se cresce il Sud, perché il Nord da molti anni sta arretrando, non avendo più la spinta propulsiva che lo ha fatto crescere in passato”. Per il primo cittadino di Cosenza “la risorsa vera del Paese è il Mezzogiorno. E’ Il Sud. Un Paese forte, competitivo, unito aiuta l’Europa”. Quindi Franz Caruso lancia un vero e proprio monito all’aula. “E’ necessario che ci sia una posizione assolutamente condivisa da parte di tutti noi che rappresentiamo il territorio e siamo portatori di un mandato che ci hanno conferito i cittadini per difendere quello che è un valore di questo Paese dato dalla sua unità e dalla solidarietà, come dall’impegno di tutte le istituzioni a concorrere per renderlo più forte e competitivo”. Un passaggio del suo intervento lo dedica poi alla situazione del Comune che governa. “Il nostro comune è particolarmente in difficoltà, ma nella nostra regione come il nostro Comune ci sono tanti altri comuni, piccoli e medi del nostro territorio, che soffrono una crisi finanziaria, ma soprattutto strutturale ed organizzativa. Chiediamo il ritiro del disegno di legge Calderoli per poter discutere in modo più approfondito con chi vive la drammaticità del territorio e sta a contatto con i suoi bisogni e non con chi vive nelle stanze ovattate del Parlamento”. E la richiesta è esplicita: “dia sostegno lo Stato ai Comuni in difficoltà invece di privarli della possibilità di dotarsi di forze qualificate e capaci di poter dare risposte ai problemi”. E al termine del suo intervento il Sindaco ha invitato tutti alla mobilitazione per raccogliere più firme possibili per dare a questo Parlamento la possibilità di discutere e non di vedersi passare sulla testa provvedimenti di questo tipo. “Si deve bloccare il percorso del disegno di legge,.ma non quello sull’autonomia differenziata. Questo disegno di legge mina l’unità d’Italia e quella del nostro Paese ed io venerdì 17 marzo del 2023 sarò a Napoli a difendere quello che prima di noi il nostro Paese ha conquistato il 17 marzo del 1861, difendendo l’unità d’Italia e del nostro Paese”.

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