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Naufragio migranti, Asgi denuncia: “Persistono criticità nell’assistenza a familiari e superstiti”

Oltre alle doverose e necessarie azioni a favore dei familiari delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro, le condizioni dei superstiti continuano a mostrare evidenti profili di illegittimità e di violazione dei loro diritti. Dall’osservazione diretta, e da quanto riferito dai familiari con i quali si è entrati in contatto, abbiamo rilevato l’assenza totale di indicazioni chiare e precise da parte del Governo e della Prefettura di Crotone, l’assenza di una cabina di regia atta anche a garantire nell’immediatezza dei fatti, adeguato supporto ai familiari delle vittime del naufragio e una gestione scaricata completamente sull’amministrazione locale e sulle associazioni- locali e non”.

E’ quanto si afferma in una nota dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi).

“A distanza di due settimane dall’evento tragico – è detto nella nota – le criticità persistono, come diretta conseguenza di prassi illegittime costantemente attuate dalle autorità competenti, al di là della solita retorica emergenziale. Da quanto si è potuto constatare risulterebbero mancare procedure precise di registrazione dei familiari che si sono presentati a Cutro alla ricerca dei propri congiunti e che non hanno identificato gli stessi tra le vittime del naufragio sebbene si sia ancora alla ricerca di dispersi.

Le procedure di trasferimento delle salme hanno generato nei familiari presenti momenti di tensione in ragione di informazioni contraddittorie e poco chiare circa la possibile destinazione dei feretri e la copertura dei costi necessari al trasporto. Sono state altresì evidenziate immediatamente le gravi violazioni delle norme in materia di accoglienza e di accesso alla procedura per i superstiti e in riferimento alle misure di protezione e tutela per i minori e i minori soli. Le persone sopravvissute la naufragio sono state accolte presso il Cara di Crotone in condizioni totalmente inadeguate e di completa promiscuità, sempre sotto il costante controllo delle forze di polizia. Mentre tutti gli sguardi erano concentrati sulle bare al PalaMilone, i superstiti sono diventati invisibili, privati di fatto della loro libertà di movimento”.

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