“Il deficit idrico che sta mettendo a rischio le produzioni agricole va affrontato valorizzando le categorie delle tute verdi: i lavoratori e le lavoratrici dell’agroalimentare, dei consorzi di bonifica, della forestazione, veri protagonisti della cura e messa in sicurezza del territorio. Condivisibile dunque la scelta del governo di accelerare i lavori contro la siccità e avviare una cabina di regia, ma questa senza parti sociali rischia di essere una scatola vuota: anche gli 880 milioni già previsti dal Pnrr per le infrastrutture irrigue vanno usati investendo su lavoro nuovo e qualificato, motivo per cui è fondamentale governare in modo concertato le misure da realizzare”.
Lo afferma in una nota il Segretario Generale della FAI-CISL Onofrio Rota commentando il Tavolo sulla crisi idrica riunito oggi a Palazzo Chigi.
“Purtroppo – denuncia il sindacalista – siamo un Paese che disperde 9 miliardi di litri di acqua al giorno e che non fa innovazione sulle proprie reti idriche da decenni, disperdendo il 30% delle risorse, mentre gli altri Paesi europei si fermano al massimo all’8% e Paesi come Israele, che stanno facendo agricoltura nel deserto anziché subire la desertificazione delle terre verdi, arrivano al 3%. Solo l’11% delle acque piovane, inoltre, viene raccolto, mentre il resto finisce in mare”.
“Le misure da intraprendere – prosegue Rota – sono note: costruire impianti a pioggia, manichette e dissalatori, praticare rotazioni, qualificare i consorzi di bonifica anche in termini di produzione energetica, con la possibilità di installare pannelli fotovoltaici galleggianti senza consumare altro prezioso suolo agricolo. E soprattutto, costruire nuovi invasi: pieno sostegno, da questo di vista, al ‘piano laghetti’ di Anbi, che pone l’obiettivo di realizzare 10 mila bacini medio-piccoli, multifunzionali ed ecocompatibili, entro il 2030, con tanti progetti già pronti e cantierabili. Ovviamente per noi bisogna finanziare quelli che garantiscono alcune condizionalità essenziali, come la qualità del lavoro, le competenze, nuove assunzioni volte al ricambio generazionale, la sicurezza e salute in tutti i luoghi di lavoro, la concreta applicazione dei contratti nazionali e provinciali di settore”, conclude il sindacalista.