“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni” - Tiziano Terzani
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Innova Rende ritorna sugli spazi sociali: “Nel nuovo PSC solo cemento, dov’è il verde urbano?”

Il tema della valorizzazione e riqualificazione degli spazi pubblici, attraverso una rinnovata concezione urbanistica, durante la pandemia, è stato uno dei temi più dibattuti nel mondo.
La richiesta di una nuova socialità all’interno di comunità urbane che siano maggiormente vivibili ed ecosostenibili è una delle principali priorità che i cittadini del mondo occidentale richiedono ai propri politici e governanti.
In quei mesi difficili, ci siamo sentiti in dovere di proporre concrete soluzioni, sia per il presente che per il futuro della comunità, attraverso un approccio politico-istituzionale che mette al primo posto i bisogni delle persone.
La Città di Rende è sin dagli anni ’60, grazie alla visione politica dell’On.Cecchino Principe ed all’ingegno dell’Arch. Empio Malara, pioniera nel campo dell’urbanistica a misura d’uomo, una Città dove il verde e gli spazi di aggregazione sociale all’avanguardia hanno rappresentato per anni la sua cartina di tornasole.
Oggi, purtroppo, la cittadinanza si ritrova ad osservare interventi di riqualificazione di alcune piazze e luoghi pubblici figli soltanto della necessità di mostrare che a Rende c’è ancora un’amministrazione che opera sul territorio; senza dimenticare alcune pessime realizzazioni come il ponte pedonale di Viale dei Giardini, le rotatorie “psichedeliche” site sulle due arterie principali della Città o la potatura indiscriminata dello storico patrimonio arboreo rendese.
Un vecchio detto recita, “meglio non fare niente che fare male”.
Quello che ci dispiace maggiormente constatare, nonostante in Città, in Consiglio Comunale e nelle stanze di Via Rossini si discuta del prossimo PSC, è che le maggiori attenzioni rivolte al Piano siano di natura volumetrica e di aumento della cementificazione, anziché riflettere e ragionare sul fatto di essere in una società post pandemica e sul come arginare il fenomeno dei tanti non luoghi che negli ultimi anni la Città ha visto pericolosamente aumentare.
Riqualificare, come sarà il caso della “villetta di San Giovanni”, senza considerare le prerogative di questa nuova fase storica, è a nostro avviso un’opportunità persa che la Città di Rende, ricca di enormi spazi pubblici e di verde, avrebbe dovuto cogliere, così da valorizzare ancor di più tutte quelle peculiarità che l’hanno resa oggetto di studio in prestigiose università.
Comprendiamo che la “granitica” maggioranza Manna non viva un bel momento, visti i diversi impedimenti che interessano importanti esponenti della Giunta, tuttavia riteniamo l’estemporaneità priva di una visione complessiva della cosa pubblica degli attuali amministratori, una prassi pericolosa, che rischia di allontanare Rende ed i suoi cittadini dalla possibilità di abbracciare le future occasioni di progresso e di sviluppo alle quali la Città dovrebbe puntare con decisione.
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