“Ai sensi dell’art 133 della nostra Costituzione è demandata alle Regioni la competenza in materia di modificazioni delle circoscrizioni o delle denominazioni comunali, compresa quindi l’istituzione di nuovi comuni mediante fusione di più comuni contigui. Così anche per lo Statuto della Calabria che promuove la fusione dei comuni e attribuisce al Consiglio Regionale la funzione legislativa. Pertanto, sono istituiti con legge i nuovi comuni e la modifica delle loro circoscrizioni e denominazioni, sentite le popolazioni interessate. In più di una occasione è stata espressa da parte degli amministratori della città di Rende la necessità di velocizzare un dibattito su tale importante questione al fine di garantire la massima partecipazione popolare così per come prescrive la stessa Carta Costituzionale”.
A dirlo in una nota l’assessora Lisa Sorrentino, in merito all’incontro tenutosi giovedì al comune di Cosenza su città unica.
“Nel superare gli oramai vetusti campanilismi non ci si è mai preclusa l’idea di una futura prospettiva d’insieme che permetta di realizzare politiche congiunte di maggior respiro sull’implementazione e il miglioramento di servizi primari ed indispensabili come l’istruzione la sanità, la viabilità, infrastrutture, mobilità. Pur riconoscendo i numerosi vantaggi in termini di un più efficace ed effettivo esercizio delle funzioni e dei servizi spettanti ai cittadini, riteniamo tuttavia necessario avviare un preliminare percorso partecipato tra gli stessi Comuni coinvolti nel percorso di fusione oltre che tra i cittadini. A tal proposito riteniamo indispensabile poter ragionare su proposte concrete, attuabili e che permettano una serie di valutazioni tecnico-gestionali che ne rendano oggettiva e facilmente comprensibile la fattibilità in termini di obiettiva sussistenza delle condizioni amministrative economiche e organizzative di partenza oltre che delle capacità finanziarie sufficienti a provvedere all’esercizio delle funzioni istituzionali e all’organizzazione e gestione dei servizi pubblici. Negli anni abbiamo avviato diversi tavoli di concertazione: oltre che Montalto, con il quale abbiamo firmato l’accordo quadro che vedrà la realizzazione del ponte che collegherà l’università con la parte nord dell’area urbana, con Cosenza abbiamo realizzato il progetto di mobilità sostenibile Co.Re e, con Agenda Urbana, stiamo per unire ciclovie e aree verdi. Abbiamo già avviato il discorso della mobilità smart, abbiamo condiviso un cartellone unico di eventi e in questo 2023, anno che vedrà Rende quale Città Europea dello Sport, potremmo condividere un percorso comune con le altre municipalità per realizzare progetti sinergici e importanti in tale settore così cruciale. D’altronde parlare di città unica deve essere sinonimo di rigenerazione degli spazi, valorizzazione delle diverse realtà identitarie e possibilità di crescita economica, sociale, culturale. Oggi Rende, nonostante la crisi sanitaria ed economica in atto, è, dati alla mano, tra le città più floride del sud. Pensare ad una sola città non significa perdere occasioni, ma, piuttosto, moltiplicarle in termini di crescita economica, sviluppo e sostenibilità. Bisogna partire dalla mobilità collegando i territori attraverso una rete di trasporti smart, parlare di servizi essenziali in termini di sostenibilità”, prosegue l’assessora.
“La questione deve essere affrontata in maniera più ampia possibile. Si potrebbe lanciare l’idea di realizzare una città metropolitana. Ciò significherebbe alimentare un indotto economico, di socialità e condivisione, con il giusto protagonismo, oltre a creare una rete tra enti pubblici e privati capace di programmare una serie di azioni strategiche che permetterebbero non solo all’intera area urbana, ma all’intera provincia di poter ripartire e crescere. Per attivare tale processo però c’è necessità di scelte condivise da tutti gli attori coinvolti. Vanno valutati gli eventuali vantaggi e capirne la portata con il supporto dei segretari comunali e i dirigenti del settore finanziario. Pensiamo al dissesto e al pre-dissesto che attanaglia le nostre municipalità e che richiederebbe un intervento del governo nazionale perché è questa una questione da porre a livello nazionale”, ha sottolineato Sorrentino.
“A sostegno di tali scelte un approfondito Studio di Fattibilità potrebbe essere un valido strumento di governance per i molteplici attori coinvolti. Solo offrendo una autorevole e scientifica base di confronto e concertazione si possono analizzare le eventuali criticità oltre che gli indubbi vantaggi garantendo a tutti i territori interessati la possibilità di affrontare con maggiore serenità un progetto volto ad un maggiore ed equo sviluppo economico, sociale e culturale degli stessi”, conclude l’assessora.