di Roberta Mazzuca – Un 2023 scoppiettante ed esilarante quello appena cominciato nella città di Rende che, con la rassegna teatrale “Rende Teatro Festival” curata dal giovane direttore artistico Alfredo De Luca, riporta l’alta comicità tra le poltrone del “Cine-Teatro Garden”. Ieri sera, infatti, in una sala gremita di spettatori, con il suo “Ma… diamoci del tu”, il comico e attore romano Enrico Brignano, che nella sua unica tappa calabrese ha registrato doppio sold out, ha dato inizio al nuovo anno regalando una serata all’insegna del divertimento e della riflessione, e lasciando al pubblico calabrese e alla Calabria intera un augurio di speranza, resilienza e ripresa.
Un ricco e divertente monologo quello con cui Brignano ha egregiamente intrattenuto la platea. Un monologo che ha attraversato temi disparati, muovendosi tra gag di vita quotidiana e tematiche più profonde, in una piacevole oscillazione di risate e riflessioni che ha accompagnato il pubblico fino alla conclusione. I ‘no’ necessari della vita, l’ambizione, i sogni, l’amore, la parentesi covid: “Con o senza mascherina, grazie per essere venuti” – esordisce il comico nell’accogliere il suo pubblico. “Che poi, vorrei dire a quei cinque con la mascherina, se poi noi moriamo tutti, voi che fate?”.
“Un plauso agli urbanisti di Rende, non c’è una casa uguale ad un’altra, rimango esterrefatto dalla capacità di costruire case abusive, io poi che sono romano e di abusivismo ne capisco… Una città straordinaria, piena di… rovine, quasi come Roma” – ironizza benevolmente in apertura.
Un viaggio, “Ma… diamoci del tu”, che è anche un racconto tra le maglie della passione e dell’amore per il teatro, che attraversa gli anni ‘80, le porte sbattute in faccia, e la bellezza di una città come Roma, nella cui periferia Enrico Brignano è nato e cresciuto. Un viaggio d’amore, ma anche una pungente ed ironica critica alla società di oggi, a ciò che la televisione è diventata, al nostro “stare male nel troppo stare bene”. Esilarante il modo in cui Brignano racconta, con la sua verace ironia, la schiavitù a cui lo schermo e il telecomando hanno ormai ridotto le nostre vite. “Piedi al limite”, “malattie imbarazzanti”, “Dottoressa Pimple Popper, la dottoressa schiacciabrufoli”, o “vite al limite”, sono solo alcuni degli esempi che il comico romano prende simpaticamente in esame per portare a riflettere su quanto il cinismo e l’avidità di vedere siano ormai diventati parte integrante delle nostre esistenze.
E ancora, i racconti dell’amore davanti al Colosseo, dell’esser diventato padre, della relazione tra uomo e donna. “Ma… diamoci del tu” è quasi un dialogo silenzioso tra l’attore e il suo pubblico, un donarsi, un riavvicinarsi, un azzerare le distanze per recuperare quel “tu” che abbiamo perso. Quel “tu” che, simpaticamente ma forse un po’ stizzito, rivolge a una signora in terza fila: “A signò, s’è addormentata?” – “No, stavo mandando un messaggio” – “E lei, nell’unica volta che vengo in Calabria, a Rende, si perde lo spettacolo per un messaggio? A chi lo stava a mannà sto messaggio? Mo’ glielo dica, ho fatto na figura de m**** con Brignano, ce sentiamo dopo”. Uno sketch improvvisato, offerto direttamente dalla sua platea, ma carico anche questo di quella critica intrinseca all’intero spettacolo, ancora a quel dipendere dagli schermi che ci circondano non riuscendo a farne a meno, e perdendo così la possibilità di godere del momento presente.
E ancora, in chiusura, Brignano si fa più serio e lascia una carezza a tutta la Calabria: “Ci sono tantissime persone di buona volontà in Calabria,” – afferma il comico – e per quattro ‘mariuoli’ questa terra viene alle cronache sempre nel modo peggiore. Il territorio merita, e vedere una terra così bella così strozzinata, oltraggiata, da quattro ‘ndranghetisti, che poi, voglio dire, stanno chiusi sotto terra, hanno anche una vita di m****, qualcuno glielo dica, perché? Liberate questa terra”.
“Vi auguro, per questo 2023, che la gente non nasconda questa immondizia inquinante, e che voi possiate affrontare un destino migliore di questo. Se quel che abbiamo fatto stasera vi è piaciuto, ditelo agli altri e la prossima volta siate più numerosi; se non vi è piaciuto, ditelo lo stesso, perché non è giusto che la fregatura la prendiate solo voi”. E tra gli applausi e il godimento generale, Enrico Brignano chiude lo spettacolo, lasciando in sala sorrisi e, insieme, voglia di rivalsa per una terra un tempo universalmente riconosciuta come il cuore della Magna Grecia.
Il “Rende Teatro Festival” è patrocinato dalla Regione Calabria e dal Comune della città che gli ha dato i natali. Un punto di riferimento per chi ama il teatro e vuole trascorrere serate di qualità, e che continuerà con altri imperdibili appuntamenti: il 16 febbraio sul palco del “Garden” salirà Francesco Procopio con la commedia “non ci resta che… ridere”, il 7 marzo sarà la volta di Elena Sofia Ricci con lo spettacolo “Dolce ala della Giovinezza”, il 16 marzo Francesco Paolantoni con “O…tello o…io!”, e un finale che sarà tutto di Andrea Pucci.