“In Sicilia soltanto il 16% delle ferrovie è a doppio binario. In Calabria è interrotta da non so più quanti anni la Cosenza-Catanzaro e la maggior parte dei pendolari si muove con auto proprie o con i pochi bus di linea. E la statale 106 Jonica è da anni in attesa di un ampliamento sempre annunciato è mai arrivato. Il Ponte sullo Stretto è un’opera grandiosa e straordinaria, da realizzare, se possibile, domani mattina. Al governo e al ministro Salvini segnalo un pericolo: quello di trasformare il Ponte in una nuova ‘cattedrale nel deserto’, come si disse negli anni ’70 del grande porto da costruire a Gioia Tauro per servire un centro siderurgico mai realizzato”. Lo dichiara Osvaldo Napoli (Azione).
“Quanto costerà il Ponte? Forse 8 o forse 10 miliardi. Per un progetto simile, però, nessun ministro minimamente avveduto può dire ‘si parte fra due anni, i soldi si troveranno’. No, ministro Salvini: si trovano i soldi prima e poi si parte. Si vuol costruire in project-financing? Ottimo: il Pont de Normandie, costruito sull’estuario della Senna, è gestito da privati e il pedaggio per il suo attraversamento è di 5,60 euro, con il che si risparmiano 35 km di strada percorrendone soltanto due da Le Havre a Honfleur”.
“Il Ponte è un’opera che deve cambiare non solo la prospettiva di chi lo attraversa, ma anche la vita di chi ci vive accanto. Il treno ad Alta velocità deve trovare, prima e dopo il ponte, un contesto di infrastrutture, non solo viarie e ferroviarie, che renda accettabile per calabresi e siciliani gli anni di disagi da superare per la sua costruzione. Il Ponte sullo Stretto deve collegare Canicattì a Londra, vero. Ma deve anche velocizzare il collegamento da Milazzo a Palermo e a Messina. O da Catanzaro a Cosenza. Allora, sì, l’Italia sarà un Paese più unito”, conclude.