La seduta del Consiglio regionale si è conclusa anzitempo per mancanza del numero legale. É accaduto nel corso della discussione sulla proposta di legge di modifica dell’articolo 16 della legge regionale 26 aprile 2018, n. 9, recante “Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza”. Sul provvedimento ha espresso critiche la minoranza, sottolineando l’assenza di disposizioni per la lotta alla ludopatia e contestando il mancato passaggio della legge in Commissione Sanità, “scegliendo così – ha sostenuto l’opposizione – di non dare priorità alla salute dei calabresi, ma piuttosto agli interessi economici di una stretta minoranza”.
Particolari polemiche e discussioni ha suscitato la richiesta del consigliere Amalia Bruni, capogruppo del Gruppo Misto, di procedere all’approvazione della legge con appello nominale. Dopo varie sospensioni dei lavori, disposte dal presidente Filippo Mancuso, lo stesso presidente ha dovuto constatare la mancanza di numero legale a causa dell’uscita dall’aula dei consiglieri d’opposizione e dopo le numerose assenze registrate nelle file della maggioranza. La seduta è stata così tolta. In precedenza, il Consiglio aveva approvato a maggioranza la proposta di legge per l’istituzione dell’Osservatorio regionale contro le discriminazioni nei luoghi di lavoro e quella sul “Riordino del sistema dei controlli interni e istituzione dell’Organismo regionale per i controlli di legalità”, definita dalla minoranza, “al di là delle buone intenzione, una duplicazione di organismi già esistenti per la creazione di nuovi poltronifici”. .
«È stata una prova di forza e unità dell’opposizione tutta quella che ha costretto, questa sera, la maggioranza a rinviare la proposta di modifica della legge anti-ndrangheta con particolare riferimento alle regole di gestione delle sale slot. Alla richiesta di appello nominale, di fronte all’evidente mancanza del numero legale, la maggioranza ha reagito con enorme nervosismo provando a forzare la procedura e ad andare comunque al voto. Ne sono seguiti attimi concitati nel corso dei quali ho chiesto con forza il rispetto delle regole statutarie e l’affermazione del principio di coerenza con quanto previsto dal regolamento. Alla fine si è optato per il rinvio a data da destinarsi di un provvedimento che, a mio avviso, avrebbe conseguenze nefasta sul fronte della lotta alle ludopatie, oggi emergenza economica e sociale della nostra regione. Mi auguro che la maggioranza in questo frangente rifletta fino in fondo e ritiri definitivamente la norma».