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L’Associazione nazionale inquilini ed assegnatari ha presentato un documento di cinque articoli alla IV Commissione permanente del Consiglio regionale della Calabria “Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente”

Ania Calabria (Associazione nazionale inquilini ed assegnatari) ha presentato un documento di cinque articoli alla IV Commissione permanente del Consiglio regionale della Calabria “Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente” per dire la sua in merito alla proposta di legge n. 121/XII di iniziativa dei consiglieri regionali Pierluigi Caputo e Pietro Raso recante “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 30 marzo 1995, n. 8 (Norme per la regolarizzazione delle occupazioni senza titolo degli alloggi di edilizia residenziale pubblica)”.

Ania Calabria, dopo l’audizione in Commissione consiliare, ha espresso, in una nota, “un sì incondizionato all’iniziativa legislativa intrapresa e, nello spirito di una concreta e leale collaborazione istituzionale, vogliamo offrire alla Commissione le nostre proposte, ad integrazione del testo di legge in esame, che potranno essere utili ai consiglieri nella fase di presentazione degli emendamenti”. Il contributo di Ania Calabria è motivato dalla “grave emergenza sociale ed economica che ha coinvolto e si è abbattuta su migliaia di famiglie calabresi, a seguito della pandemia da Covid-19, che ha portato moltissimi nuclei familiari, indigenti e bisognosi, di fronte a una situazione di emergenza abitativa, ad occupare, senza titolo, alloggi popolare di fatto vuoti al fine di garantire un tetto dove vivere a loro stessi e ai propri figli”.

Ania Calabria, soprattutto, ha sottolineato come “eventuali sgomberi, da parte delle autorità competenti e delle amministrazioni pubbliche locali, vista anche la grave congiuntura economica dovuta alla guerra in Ucraina, al caro bollette e al caro vita, è di fatto impossibile in quanto la Regione, i Comuni e l’Aterp non hanno le risorse economiche adeguate per garantire l’assistenza necessaria a tutte le famiglie coinvolte e non sono in grado di reperire unità immobiliari alternative per la sistemazione temporanea dei suddetti nuclei. Inoltre – ha concluso – l’uso della forza per procedere agli sgomberi potrebbe essere causa di disordini sociali ed avere conseguenze sull’ordine e la sicurezza pubblica”.

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