“La delicata situazione politica ed amministrativa che in questi giorni la nostra città sta vivendo impone una riflessione in ordine all’ impraticabilità democratica, istituzionale ed amministrativa venutasi a determinare e alla conseguente percezione di incertezza, disorientamento e sfiducia verso l’attuale Amministrazione da parte dei cittadini rendesi. Da ciò scaturisce la nostra posizione di non comprensione della scelta dell’attuale maggioranza di lasciare in vita questa legislatura senza tener conto della pericolosa stasi venutasi a creare, in un momento delicato, di crisi generalizzata che, alla luce delle opportunità offerte dal PNRR e tenuto conto della tempistica che l’UE impone, la città non può permettersi. Dal nostro punto di vista, per responsabilità verso la collettività rendese non ci sembra opportuno insistere, praticando deleterie terapie conservative.
In questo contesto ci rammarica, inoltre, lasciandoci increduli, la lettura di comunicati di esponenti di sigle civiche che, sottovalutando la priorità di costituire una larga alleanza in grado di assumersi la responsabilità di rilanciare la nostra città che, sotto gli occhi di tutti, versa in un evidente stato di degrado, esprimono pensieri divisivi e, piuttosto che favorire l’unità delle forze attualmente all’opposizione, determinano ulteriori frammentazioni. Ma si può essere così sprovveduti ed affermare che il “terremoto” amministrativo (così definito dai cronisti) che ha colpito la città di Rende era prevedibile, valutando adeguatamente “almeno gli ultimi dieci anni” di storia della città? Se si tratta di una intelligente autocritica la cosa si potrebbe anche apprezzare; viceversa, poiché queste affermazioni appaiono, per quelle che in realtà sono, e cioè un puerile tentativo di presentarsi assolutamente vergini, si è costretti a stigmatizzare un tale comportamento, posto in essere da chi per otto anni ha collaborato con la giunta Manna, approvando e producendo atti delicati e censurabili, che per brevità, al momento, non elenchiamo.
Poiché si contesta molto di quanto è stato oggetto della propria attività politica, evidentemente, qualcuno pensa che i cittadini hanno la memoria corta. Coloro che hanno
l’ambizione di diventare classe dirigente, hanno il dovere, prima di parlare, di riflettere, riflettere, riflettere. La necessità di riflettere, assai, vale anche per soggetti civici che individuano nel ricambio generazionale il punto programmatico che, secondo loro, li distingue da storiche compagini riformiste, alle cui elaborazioni, per il resto, si ispirano, onde evitare uscite quantomeno autolesioniste”.
Lo afferma in una nota Maria Pia Galasso, segretario della Federazione Riformista di Rende.