Uno stillicidio di attacchi e insulti omofobi trasmessi direttamente a Klaus Davi: “Sei un rikkiuni, ti piace il c…. dentro il c…”… L’appena diciottenne nipote di un nome blasonato di una storica famiglia di ‘Ndrangheta non usa mezzi termini. A pochi giorni dalla scritta “Uffici Klaus Davi” impressa sul cancello della villa di Vincenzo Barreca assassinato nel 2002, che fa seguito a “Klaus Davi uomo di pace” apparsa a Gallico e “Klaus Davi cornuto” incisa su un muro della centralissima rotonda del quartiere di Archi, è il giovanissimo nipote di un noto boss locale a far vibrare tutto il proprio disprezzo per il giornalista inviando un audio a Klaus Davi dal contenuto inequivocabile (https://youtu.be/Jq8Oou6EkQc).
E nelle stesse ora anche Cosimo Borghetto, condannato all’ergastolo e definito “Pregiudicato per traffico di droga, omicidio e associazione a delinquere di stampo mafioso” dal Fatto Quotidiano (https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/19/coronavirus-in-calabria-boss-gia-condannato-per-omicidio-a-spasso-con-un-altro-pregiudicato-senza-giustificazione-denunciati/5742510/), si lancia in un duro attacco contro il giornalista, a dire la verità in una modalità inusuale per una persona che la Gazzetta del Sud ha definito “Boss di Reggio (…) già gravato da diverse condanne penali per i reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, omicidio, associazione a delinquere” (https://reggio.gazzettadelsud.it/articoli/cronaca/2020/03/19/ndrangheta-arrestato-il-boss-di-reggio-cosimo-borghetto-e1597464-d582-49b5-8556-6c12d074bdde/). Borghetto ha apostrofato il giornalista con ben due interventi sulla sua bacheca Facebook: “Basta lo dicono tutte le persone che tu infanchi tutti i giorni con falsità e calunnie di ogni genere”; non pago, il Boss il giorno dopo ha aggiunto “0”, ovvero “sei uno zero”.
A tutto questo si aggiunge una lettera inviata da Lecce e recapitata nell’agenzia milanese del giornalista, scritta a mano da una vittima di estorsione che risulta avere denunciato un esponente della cosca Mancuso, lettera in cui l’autore – un buyer nel settore dell’autonoleggio, ampiamente citato nell’inchiesta “Medoro” – parla di un mancato attentato contro Klaus Davi e Nicola Gratteri.
Un mese pesante per Klaus Davi, “accerchiato” su più fronti, il più sinistro dei quali forse è il murales apparso nella villa del boss Vincenzo Barreca assassinato nel 2002. Tutto nasce da un’inchiesta di Davi proprio su questa vicenda dai contorni non chiari. Gli attacchi sono stato continui e scanditi nel tempo tappezzando di murales tutta Reggio. Ora l’affondo diretto del super Boss. In generale, il clima nella città dello Stretto si è fatto nuovamente pesante dopo un periodo di relativa calma. A settembre era stato preso di mira il deputato di Forza Itala Francesco Cannizzaro con tre colpi di pistola esplosi da ignoti a pochi giorni dal voto. Sull’episodio sta indagando la Dda calabrese.
Proseguono gli attacchi di stampo mafioso a Klaus Davi. Scritte, audio, calunnie e insulti omofobi
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