“Per i previsti tagli alla sanità, non si può votare a favore del Def”. Lo afferma, in una nota, il deputato di Alternativa Francesco Sapia, componente della commissione Affari sociali. “Ci saremmo aspettati – spiega il deputato – più soldi per la tutela della salute, anche perché la pandemia da Covid ha finora bloccato interventi chirurgici e accertamenti sanitari. Se non bastasse, in ambito sanitario sono indispensabili decine di migliaia di assunzioni, anche nelle nuove strutture di assistenza territoriale finanziate dal Pnrr. Invece niente, quest’anno la spesa sanitaria salirà a 131 miliardi per poi calare a 130 nel 2023, a 128 nel 2014 e a 129 nel 2025. In tre anni si andranno a perdere 3 miliardi e la spesa sanitaria calerà di quasi un punto in rapporto al Pil. In sostanza, nel 2025 avremo una spesa sanitaria, rispetto al Pil, inferiore all’anno 2019, precedente alla vicenda Covid”.
“La situazione – avverte l’esponente di Alternativa – è addirittura più critica rispetto a quella prospettata nella Nota di aggiornamento al Def dello scorso autunno. Allora l’Ufficio parlamentare di bilancio aveva escluso che vi fosse un effettivo rafforzamento strutturale del Servizio sanitario nazionale, data la conferma delle precedenti scelte di allocazione delle risorse, che ponevano l’Italia tra i Paesi europei con spesa sanitaria meno elevata e in progressiva riduzione”. “È un Def contraddittorio, non ragionato e, temo, influenzato – conclude Sapia – dalla sempre più scarsa attenzione del governo rispetto all’interesse nazionale. Viene da chiedersi se Draghi e sodali preferiscano più armi oppure più medici, infermieri e Oss”.