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Reggio Calabria, decentramento amministrativo: “Il Popolo di Archi” in seconda Commissione

Si è tenuta martedì 25 ottobre scorso, – comunica una nota diramata dal comitato di quartiere “Il Popolo di Archi” – nel Palazzo Comunale, la seduta della Seconda Commissione Consiliare dedicata al Decentramento Amministrativo.

Il tema all’ordine del giorno era la riapertura degli uffici comunali, un tempo presenti presso la Decima Circoscrizione di Archi. L’incontro si apre con un clima di cordialità reciproca nel segno del dialogo costruttivo tra l’amministrazione e il nostro Comitato.

Dopo un’accurata esposizione legislativa sul Testo Unico degli Enti Locali che regola la vita del decentramento, sia degli organi politici sia di quelli amministrativi (servizi e funzioni), con annessi atti amministrativi del Comune di Reggio Calabria emanati dal 1978 ad oggi, il Presidente Surace, dopo aver specificato la distinzione tra organo amministrativo (ufficio decentrato) e  organo politico (Circoscrizione) espone lo stato di fatto denunciando, ancora una volta, la situazione che da troppo tempo vede gli uffici comunali completamente chiusi, anche se sulla carta rimangono aperti. E lo fa alla luce dell’Assemblea Circoscrizionale tenutasi con tutte le parti sociali, economiche e culturali operanti nel territorio di Archi.

Uffici che oggi sono “occupati” dal Centro per l’Impiego il quale rappresenta un prestigio per il nostro territorio, ma che di fatto ci ha sottratto quel punto di riferimento che per tanti decenni ha rappresentato l’Agorà del quartiere, un luogo “sacro” in cui i cittadini si ritrovavano e per discutere (creando relazioni sociali) e per usufruire dei servizi messi a disposizione delle precedenti amministrazioni, evitando così di doversi spostare verso il centro città e congestionare ulteriormente il traffico veicolare e il traffico di utenza degli uffici.

È stata rimarcata, quindi, la disapprovazione di una scelta scellerata che ha ulteriormente gettato in disgrazia e in abbandono il territorio, soprattutto perché questo edificio – quando gli uffici operavano a pieno regime – veniva percepito come un presidio di legalità e come una presenza dello Stato che non abbandona i propri cittadini. Altro argomento portato sul tavolo della discussione riguarda la proposta che diversi immobili vengano destinati quali sedi per tutte le associazioni operative nel territorio di Archi, ed impedire che un’associazione possa avere una corsia preferenziale su un determinato edificio.

Abbiamo invitato i consiglieri – conclude la nota – ad assumere una posizione definitiva sulla questione: o continuare ad ignorare le esigenze del territorio o impegnarsi e dare risposte concrete, anche con il contributo di un tavolo tecnico in cui siano presenti le nostre realtà sul territorio, che da anni reclamano una partecipazione dal basso, purtroppo poco o nulla considerata. Comitato docet.

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