“Ottima l’iniziativa del vicepremier Salvini di indire un vertice con i presidenti delle regioni Calabria e Sicilia con l’obiettivo di riprendere e accelerare la costruzione del Ponte sullo Stretto che rimane ancora oggi l’unico grande progetto di livello definitivo già approvato per il Sud; il progetto potrebbe diventare esecutivo in pochissimo tempo, coinvolgendo magari in questa fase anche qualche grande architetto di statura internazionale in modo da imprimere all’opera una elevata qualità formale, una identità culturale ben precisa e una forte riconoscibilità”. Lo scrive su ‘ilsussidiario.net’ il neo senatore calabrese di Fi Mario Occhiuto. “La grande opera – spiega -, destinataria di risorse europee previste per il corridoio Ten-T da Palermo a Helsinki, se oggi fosse cantierizzata darebbe immediatamente lavoro a circa 120.000 persone, creerebbe un indotto per la nazione di oltre 100 miliardi di euro in trent’anni, contribuirebbe a ridurre l’inquinamento ambientale, consentirebbe di portare l’alta velocità ferroviaria in Sicilia velocizzando il transito di persone e di merci. Mi sembra assurdo che un progetto che offre così tante opportunità per il Sud e per il Paese possa essere non solo messo da parte ma addirittura deriso; un progetto che prevede il collegamento tra il continente e la Sicilia, unica isola al mondo divisa da soli 3 km di mare senza ponte o tunnel”.
“Il Ponte sullo Stretto – osserva Occhiuto – sarebbe non solo un’opera per il Sud, ma un simbolo della creatività e della scienza tecnica italiane. Il progetto in discussione è molto ampio e non riguarda soltanto la realizzazione della struttura-Ponte, ma anche quella di nuove strade e di nuove ferrovie nonché di opere per la rigenerazione di intere aree urbane delle città di Messina e di Reggio Calabria”.
“La sfida più grande – sottolinea -, superata brillantemente dai professionisti che hanno realizzato il progetto definitivo, era quella di calcolare l’impatto dei venti: l’impalcato del ponte resiste così come progettato fino a 250 km/h di vento, e nello stretto raramente si superano i 125 km/h. Quanto ai terremoti, nessun problema potrebbe esistere perché i ponti sospesi sono le strutture che meno temono tali fenomeni e, se mai, quel luogo sarebbe il posto più sicuro d’Italia in caso di sisma. Anche l’allontanamento di Sicilia e Calabria di 0,5 mm annui non rappresenterebbe un limite perché il ponte prevede giunti di dilatazione da 7,5 m”.
“No – conclude Occhiuto -, non possiamo rinunciare a questa grande opportunità: non solo si tratta di una grande opera funzionale allo sviluppo ma di un simbolo della capacità creativa e tecnica del Paese oltre che di un segno del Sud che si riscatta e cresce”.