Il Consiglio comunale, presieduto da Giuseppe Mazzuca, ha approvato nella serata di ieri le pratiche di bilancio all’ordine del giorno. I singoli punti sono stati votati separatamente. Il Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari da allegare al bilancio di previsione 2022/2024 è stato approvato con 19 voti favorevoli e 9 contrari. Il piano triennale delle opere pubbliche 2022/2024 e l’elenco annuale 2022 ha avuto il via libera, sempre con 19 consiglieri favorevoli e 9 contrari. Il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale ha fatto, invece, registrare 21 voti a favore, tra i quali quelli dei consiglieri comunali Bianca Rende e Francesco Luberto, e 7 voti contrari. A favore dell’approvazione del Documento unico di programmazione e del bilancio di previsione 2022/2024, con la salvaguardia degli equilibri di bilancio, si sono pronunciati 19 consiglieri (9 i contrari). Infine, il punto relativo al riconoscimento di legittimità dei debiti fuori bilancio è stato rinviato, non essendo stato trattato nella competente commissione consiliare.
Il Consiglio comunale aveva aperto la seduta osservando un minuto di raccoglimento per ricordare,a due anni dalla scomparsa, l’On.Jole Santelli, della Calabria, e Sergio Principe, l’imprenditore del sociale, protagonista di molteplici iniziative di solidarietà, scomparso nei giorni scorsi sul territorio. La richiesta alla Presidenza del Consiglio per ricordare Jole Santelli è stata avanzata dal consigliere comunale, capogruppo del PD, Francesco Alimena. Quella per Sergio Principe è stata presentata dalla consigliera Bianca Rende. A seguire, subito dopo l’illustrazione della mozione di solidarietà alle donne iraniane private dei propri diritti civili, da parte dei consiglieri Bianca Rende e Francesco Luberto, primi firmatari, e delle consigliere Ivana Lucanto e Chiara Penna, il civico consesso ha approvato all’unanimità una risoluzione che si riporta integralmente:
“Di fronte all’escalation di violenza e di atti repressivi delle libertà individuali, a Teheran e in tutto l’Iran, che hanno visto il 16 settembre scorso l’arresto e la successiva morte ad opera della polizia della morale kameinista della giovane 22enne curda, Mahsa Amini, ritenuta colpevole di comportamenti offensivi della morale per il solo fatto di non aver indossato correttamente il velo (hijab) imposto dal regime a tutte le donne.
La vicenda a cui ha fatto seguito una vera e propria esplosione di manifestazioni e proteste da parte del popolo iraniano e conseguente inasprimento della repressione governativa con decine di vittime, oltre 1200 arresti e un numero incalcolabile di violenze e torture,
il Consiglio comunale di Cosenza
– esprime il proprio sostegno e la incondizionata e piena solidarietà alle donne, alle studentesse, agli studenti in rivolta a Teheran ed in ogni zona dell’Iran, condannando la sanguinosa repressione attuata dalle autorità iraniane contro le manifestazioni delle donne che stanno lottando per la libertà e la pari dignità,
– aderisce alle manifestazioni che nel nostro Paese ed in tutto il mondo occidentale si stanno svolgendo in favore del popolo iraniano condividendone lo slogan “Donna, vita e libertà” che sfida il sistema patriarcale e si oppone a quelle leggi discriminatorie in merito alle disuguaglianze di genere e ai pari diritti.
– chiede al Governo italiano, all’Unione europea e alla Comunità internazionale di condannare fermamente la repressione delle proteste seguite alla morte di Mahsa Amini e di intervenire presso le Autorità iraniane per porre fine alla persecuzione delle donne che protestano contro le leggi islamiche tra le quali quelle sull’abbigliamento che impongono l’obbligo di indossare il velo, affinché cessino le umiliazioni, le politiche discriminatorie e la privazione dei diritti nei confronti delle donne, dei minori e delle minoranze etniche e religiose”.
– esprime una ferma condanna all’obbligo, previsto dall’articolo 638 del codice penale islamico vigente in Iran, secondo il quale alle donne è fatto obbligo di indossare l’hijab in pubblico;
– chiede che si avvii con immediatezza un’indagine rapida e parziale sulla morte di Amini, di cui da conto alla comunità internazionale
– chiede che, in Iran come ovunque, le istituzioni operino con la massima determinazione per garantire il diritto all’autodeterminazione delle donne, il superamento di ogni forma di discriminazione e l’uguaglianza di diritti e opportunità in ogni ambito della vita collettiva, così come previsto dalla Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti della donna, adottata dalle Nazioni Unite nel 1979 e ratificata dall’Italia nel 1985″.
La seduta è poi proseguita con la relazione sulle pratiche finanziarie dell’Assessore al bilancio e alla Programmazione economico-finanziaria di Palazzo dei Bruzi, Francesco Giordano.
“Prima di iniziare – ha detto Giordano -sento il bisogno di rivolgere un ringraziamento a tutti i dipendenti dell’Ente, dirigenti e non, che, in questi mesi, hanno lavorato a mani nude per portare avanti una macchina amministrativa, rimasta sostanzialmente senza risorse umane e strumentali. Particolare attenzione è rivolta, da parte mia, all’avvocato Giovinazzo che, in piena emergenza, sta sopperendo con competenza ed abnegazione a tutte le difficoltà operative e contabili di cui oggi siamo chiamati a discutere.
La materia su cui oggi il Consiglio è chiamato ad esprimersi – ha aggiunto l’Assessore Giordano -riveste carattere di particolare importanza e di notevole delicatezza.
Si tratta infatti di prendere una decisione dalla quale dipenderanno, nel medio lungo periodo, in sostanza dai 5 a i dieci anni, le sorti del Comune di Cosenza nel senso della sua capacità di continuare ad erogare i servizi essenziali e, nei limiti del possibile e del “finanziariamente compatibile”, anche ogni altro servizio istituzionale, con sufficienti e crescenti livelli di efficienza ed efficacia.
Dico questo, in quanto, come ormai ampiamente dibattuto e discusso in ogni sede istituzionale e non, il Comune di Cosenza è venuto a trovarsi in una condizione finanziaria che non consente di garantire la continuità nell’espletamento delle funzioni istituzionali, senza che ciò comporti l’aggravamento di una conclamata situazione di deficit strutturale a competenza.
Per cercare di spiegare in parole semplici ciò che, per molti aspetti, semplice non è, torna utile un esempio operativo che consenta di comprendere la genesi di tale citato squilibrio strutturale nella gestione di competenza che si traduce, poi, in disavanzi di amministrazione in fase di approvazione dei rendiconti di ciascun esercizio.
Con la dichiarazione di dissesto finanziario e la trasmissione alla Commissione straordinaria di liquidazione di una imponente massa passiva, sproporzionata rispetto alla dimensione demografica della citta di Cosenza, tra 200 e 300 milioni di € che, attesa la notevole entità, risulta ancora in fase di definizione, il Comune di Cosenza – ha detto ancora nel suo intervento l’Assessore Giordano – avrebbe potuto e, soprattutto, dovuto ripartire da zero, riprogrammando i propri servizi e le proprie attività per ciascuna missione e programma di cui al DUP e al Bilancio, dai servizi generali agli accantonamenti, passando per il personale, i servizi manutentivi, la viabilità, la pubblica illuminazione, il digitale, i rifiuti, il servizio trasporto pubblico, il servizio idrico integrato, per finire ai servizi sociali e alla gestione del patrimonio che avrebbe dovuto rivestire un ruolo fondamentale tanto nella gestione del risanamento dal dissesto quanto nella produzione di proventi essenziali per la copertura delle spese di funzionamento dell’Ente in Bonis.
Ci si aspettava, quindi, quello che in gergo marinaresco si definisce “cambio di rotta”, consistente sostanzialmente, nella pedissequa applicazione dei principi contabili di veridicità, congruità e prudenza nella previsione e quantificazione delle entrate di parte corrente in base alle quali programmare e stanziare ogni voce di uscita corrente nell’ottica di un bilancio realmente e stabilmente riequilibrato.
Purtroppo, però, per una serie di motivazioni e disfunzioni organizzative ed amministrative, si è programmata la gestione finanziaria ricalcando le strategie contabili consolidate che avevano, sostanzialmente, portato al dissesto, perseverando in un modus operandi di squilibrio contabile a competenza .
Ciò sta a significare – ha proseguito Francesco Giordano -che nel determinare le previsioni di spesa di parte corrente, tanto nel 2020 quanto nel 2021, si è continuato a stanziare le abnormi spese consolidate nel periodo pre dissesto, senza programmare quegli interventi di razionalizzazione nella acquisizione di lavori, servizi e forniture che costituivano precetto essenziale di un bilancio stabilmente riequilibrato e che avrebbero dovuto ricondurre le attività gestionali dell’Ente nell’alveo della congruità economica, consentendo un reale contenimento delle spese ed una concreta ed equilibrata equiparazione delle stesse alle voci di entrata che, notoriamente, si attestano nel nostro Ente su livelli medio bassi.
Tutto ciò non è stato fatto e, come ineluttabile conseguenza di tale “perseveranza” nella applicazione di erronei criteri di programmazione si è prodotto, nel biennio 2020-2021, un disavanzo gestionale strutturale tra entrate e uscite correnti, tradottosi nella formazione di un disavanzo di amministrazione al 31.12.2021 di oltre 23 milioni di €.
Di fronte a tale risultato emerso dalle attività di riaccertamento ordinario e straordinario dei residui, questa Amministrazione, non potendo, in alcun modo ipotizzare, come previsto dalla vigente normativa in materia, il ripiano del disavanzo entro i termini dello stabile riequilibrio e, cioè, entro il 31.12.2022 o, al più, entro il naturale termine triennale del 31.12.2024, ha dovuto, obtorto collo, ed obbligatoriamente, ricorrere alla predisposizione di un piano di riequilibrio dei conti che consenta all’Ente di spalmare su 10 esercizi il debito da disavanzo accumulato in un solo biennio.
A ciò si aggiunga un ulteriore elemento di criticità, che è poi quello di maggiore difficoltà, ossia lo squilibrio strutturale consolidatosi a competenza che vede le spese correnti consolidate in base a contratti e convenzione in essere, eccedere le entrate correnti di oltre 7 mln di € che, aggiunti ai 2,4 mln di disavanzo da ripianare su ciascuno dei dieci esercizi del riequilibrio, comportano una squadratura su base annua di quasi 10mln di €, di fronte alla quale, non solo si debbono porre in essere tutte la manovre di riequilibrio di bilancio di cui all’art. 243 bis del Tuel e alle linee guida in materia dettate dalla sezione autonomie della corte dei Conti, ma si è costretti a porre in campo radicali processi di razionalizzazione nella gestione delle spese e nella quantificazione e riscossione delle entrate che richiederanno sforzi politici ed amministrativi di enorme rilievo, in relazione ai quali l’ente verrà monitorato ed, in caso di esito negativo di tali monitoraggi, potrebbe essere costretto a dichiarare un nuovo dissesto finanziario che, con ogni evidenza, configurerebbe circostanza di oggettiva gravità per una città capoluogo di provincia e dotata di notevoli risorse.
Il complesso di interventi che saranno inseriti nel piano di riequilibrio da approvare entro 90 giorni da oggi e da sottoporre alla approvazione dell’organo di revisione, del Ministero e della Corte dei Conti, i quali data la recidiva del Comune di Cosenza, analizzeranno ogni documento con rafforzata attenzione, saranno definiti in questi mesi in collaborazione con ciascun settore dell’Ente sulla base delle linee di indirizzo fornite da questa Amministrazione e quantificate per macro aree e macro valori, di entrata e di uscita, nel bilancio 2022-2024 oggi all’approvazione del Consiglio, che prevede tagli alle spese per oltre 3 mln di € ed incrementi progressivi di entrate per oltre 7 milioni di €, in un’operazione di macro quadratura che dovrebbe consentire tanto il ripiano pro quota del disavanzo, quanto il recupero dello squilibrio strutturale e consolidato di competenza cui ho fatto cenno prima.
L’operazione che ci si propone -ha precisato ancora l’Assessore Giordano – è e deve essere ambiziosa, ma prima di valutarne l’ambiziosità, bisogna prendere atto di quanto tale operazione sia complessa. E, attenzione, tale complessità non è solo e tanto, determinata dalle oggettive e indiscutibili difficoltà applicative dei processi di razionalizzazione ed efficientamento di entrate ed uscite che andranno posti in essere, quanto dalla presenza nel Comune di Cosenza di un impianto organico, estremamente ridotto nei numeri (a fine anno saremo intorno a poco più di cento unità al netto della polizia municipale, a fronte dei 700 di pochi anni fa), stremato da una mole crescente di adempimenti e, in alcuni casi, non adeguatamente formato ed aggiornato al fine di poter affrontare le complesse problematiche di un Comune di 60 mila abitanti, capoluogo di provincia.
A questa situazione che rappresenta, forse, il vero vulnus del Comune di Cosenza, tanto all’attualità, quanto in prospettiva, si proverà a porre rimedio attraverso un fitto colloquio con il ministero al quale, data l’obbligata procedura di riequilibrio, dovremo chiedere l’autorizzazione per ogni assunzione (mobilità, verticalizzazioni, concorsi) nella speranza che, pur dovendo, in ottica riequilibrio, contenere la crescita delle spese del personale, ci sia consentito di incrementare la dotazione organica quanto meno entro i limiti dei tetti assunzionali autorizzati in fase di approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato.
A questa situazione, però, va detto, non si è arrivati a seguito di sfortunati eventi congiunturali, bensì anche in conseguenza di scelte errate compiute nella direzione di affidare la gestione dell’Ente a dirigenti esterni e a società che hanno, di fatto, estromesso, l’organico interno dell’Ente dal cuore delle attività gestionali, dei processi tecnico amministrativi e delle formazione continua che è garantita dall’essere al centro di tali processi. Ora che tale personale, ridotto, peraltro ai minimi termini numerici, è chiamato a farsi carico, in totale autonomia, dell’intera macchina amministrativa, dai bilanci al patrimonio, dalla manutenzione al welfare, nonché di ogni evidente e correlata difficoltà gestionale, tale personale non può che scontrarsi con gravi difficoltà operative che ne ostacolano produttività ed efficienza. Di quanto appena detto, si dovrà debitamente tener conto, onde individuare ogni percorso utile a sostenere l’organico dell’Ente nel prossimo futuro che sarà intriso di scadenze e adempimenti legati al riequilibrio ed ulteriori rispetto alla gestione ordinaria.
In relazione poi alla posizione assunta dall’Organo collegiale di revisione, torno a ribadire – ha aggiunto Giordano – che data la situazione finora sinteticamente descritta in cui versa la contabilità dell’Ente, i suoi pareri non potevano che essere tecnicamente sfavorevoli. Ciò nonostante, l’Organo di revisione, a cui vanno i miei e nostri più sentiti ringraziamenti per la costante, fattiva e ampiamente competente collaborazione, mostrata in questi mesi in ogni circostanza anche le più complesse e delicate (vedi la annosa riconciliazione debiti-crediti recentemente perfezionata con la partecipata dell’Ente in materia di TPL), ha analizzato con la massima attenzione l’iter seguito dall’Ente nel proporre il ricorso al piano di riequilibrio, e, preso atto del proposto piano decennale, ha correttamente valutato il successivo bilancio 2022-2024, non più nell’ottica triennale, in relazione alla quale il parere non poteva che essere negativo, data l’impossibilità di contenere nel triennio il ripiano del disavanzo emerso a rendiconto 2021, bensì nell’ottica decennale oggi proposta al Consiglio Comunale, in relazione alla quale, l’Organo di revisione ritiene che il bilancio sottoposto alla vostra approvazione contenga in sé le condizioni programmatiche di carattere generale in termini di efficientamento delle entrate e delle uscite, utili ad affrontare il proposto piano di riequilibrio, al punto tale da richiederne la integrale trasposizione nel piano che andrà ad essere predisposto ed approvato da qui a 90 giorni, quale condizione per l’approvazione, oggi del bilancio e domani dello stesso piano di riequilibrio che, come detto, non può prescindere dal parere positivo dell’Organo di revisione che, ripeto, è per questa Amministrazione un essenziale punto di riferimento.
Per quanto concerne il Dup 2022-2024, va detto che esso, rileva, in ordine alle specifiche competenze consiliari, nella misura in cui assorbe i principali atti di programmazione dell’Ente (programma triennale del fabbisogno del personale 2022-2024, programma triennale ed elenco annuale delle opere pubbliche, piano biennale degli acquisti di beni e servizi, piano delle alienazioni immobiliari per il 2022), nonché nella misura in cui detta e contiene le linee programmatiche di questa Amministrazione indicate nella sezione strategica del documento e che, senz’altro rappresenteranno la via maestra dell’Amministrazione Caruso, compatibilmente con le difficoltà finanziarie e strutturali che la stessa dovrà fronteggiare nei prossimi mesi.
Anche su questo documento il Revisore ha espresso parere sfavorevole e non poteva certo fare diversamente atteso che la sezione operativa del DUP altro non è se non una riclassificazione, per programmi e progetti, del bilancio 2022-2024. Pertanto, se il bilancio 2022-2024 non è in grado, per i motivi esposti, di assicurare il ripristino degli equilibri finanziari nell’arco triennale di riferimento della sezione operativa del DUP, entrambi i documenti, DUP e Bilancio, analizzati sul triennio 2022-2024, non potevano che ricevere un parere tecnicamente sfavorevole.
D’altro canto, invito tutti i consiglieri a fare una semplice quanto stringente considerazione: se il Dup 2022-2024 ed il bilancio 2022-2024 fossero stati contraddistinti da condizioni di equilibrio programmatico e contabile, quale necessità avrebbe avuto questa amministrazione di proporre il ricorso ad un piano di riequilibrio?
Certamente lo avrebbe evitato e con esso avrebbe evitato l’inaugurazione di una stagione di sacrifici finanziari e di difficoltà operative, per come su esposte, che comportano un grave e concreto rischio, ossia quello di riaprire a distanza di due anni le porte del dissesto finanziario.
La sostanza che oggi dovete valutare è questa:
Lo squilibrio strutturale è tale da costituire l’antefatto di una situazione di dissesto finanziario.
Il ricorso al dissesto non è possibile senza tentare il riequilibrio di cui all’art.243 bis.
Si sappia però che il riequilibrio con gli annessi adempimenti ed i necessari quanto auspicati “cambi di rotta” nella gestione dell’Ente, impegneranno ognuno di noi, in collaborazione con la struttura dell’Ente, in un gran lavoro di razionalizzazione dei processi che, di certo, garantirà al Comune di Cosenza l’emersione dalla attuale situazione di crisi.
E’, quindi, essenziale, che, non solo si adotti il ricorso al riequilibrio ma che si approvi anche il bilancio 2022-2024 quale primo triennio del riequilibrio decennale, in modo da disporre di un documento fondamentale che ci consenta di dare continuità alle attività gestionali dell’Ente in attesa che il suo contenuto, per come auspicato dall’organo di revisione, sia utilmente trasfuso nel prossimo piano di riequilibrio.
Questo è un momento importante nella vita di questo Ente e nell’esperienza gestionale dell’amministrazione guidata dal Sindaco Franz Caruso.
E’, pertanto, fondamentale, che se ne comprenda l’essenziale valenza operativa e che, da domani, ognuno fornisca il proprio contributo in un gioco di squadra che sarà fondamentale nella necessitata operazione di risanamento che questa Amministrazione è chiamata a mettere in campo.
Non ritengo opportuno dilungarmi su ulteriori aspetti tecnici e di dettaglio che sono stati già ampiamenti discussi in diverse occasioni e che, probabilmente, poco di più apporterebbero all’odierna discussione.
Ci tengo però a precisare – ha concluso l’Assessore Giordano – quanto sia importante che ciascuno di noi, dagli amministratori, ai dirigenti, ai dipendenti, dismettano ogni eventuale posizione di natura personalistica e vestano la casacca di una squadra che mossa dagli stessi obiettivi si muova all’unisono nella stessa direzione. Solo con questa obbligata sinergia l’Ente potrà contare su concreti margini di successo.