La ludopatia è un’emergenza sociale forte per la Calabria e per l’area urbana cosentina ed è necessario fare rete per prevenirla e combatterla.
È quando emerso dall’incontro svoltosi , ieri al chiostro di San Domenico a Cosenza, organizzato dalla comunità Regina Pacis con il patrocinio del comune .
Aprendo i lavori, la presidente di Regina Pacis, Rosa Bruno, ha ricordato come la comunità abbia più di 40 anni e fronteggia oggi la ludopatia come nuova realtà sociale.
Il giornalista Mario Campanella ha ricordato la sua esperienza di dirigente comunale, con i progetti di prevenzione destinati alle scuole e ha sottolineato come la legislazione debba dare più poteri ai sindaci per l’apertura delle sale gioco.
Veronica Buffone, assessore comunale al welfare, ha portato il saluto del sindaco Franz Caruso, rilanciando la necessità di una rete istituzionale che coinvolga i servizi sociali.
Lo psicologo Andrea Lo Polito, del Serd, ha illustrato le caratteristiche del gioco d’azzardo patologico, indicando nelle linee guida i vari interventi terapeutici.
Roberto Calabria, direttore del Serd di Cosenza, ha parlato ad ampio raggio della portata del fenomeno.
Solo nell’area urbana cosentina si spendono 25° milioni di euro per i giochi d’azzardo – ha detto Calabria – e questo impone una risposta pronta e decisa al problema.
Noi prendiamo in carico il paziente entro 24 ore dalla richiesta – ha detto Calabria – anche con interventi educativi.
Molti giocatori d’azzardo finiscono nella morsa dell’usura – ha detto Paolo Mancuso, presidente della fondazione anti usura della Diocesi di Cosenza Bisignano – e spesso perdono casa e lavoro.
C’è gente che per il gioco d’azzardo -ha proseguito Mancuso – ha ceduto due quinti dello stipendio e contratto debiti con molte finanziarie.
Zaira Sorrenti, dell’ufficio famiglia della Diocesi, ha messo in evidenza come sia indispensabile agire sui fattori educativi sin dalla prima infanzia.
Al dibattito sono intervenuti lo psichiatra Beniamino Donnici che he evidenziato come ci siano persone che abbiano anche tentato il suicidio per il Gap, richiamando a una sinergia istituzionale ma anche a una divulgazione delle possibilità di recupero, e il presidente della comunità Il Delfino, Renato Caforio, che ha sottolineato come ci siano quattro comunità di recupero in provincia di Cosenza e come la Regione abbia portato avanti l’iniziativa La salute non è un gioco per un sostegno complessivo alla persona.
Se lo Stato incassa 110 miliardi di euro dai giochi e investe 50 milioni di euro per il Gap – ha aggiunto Caforio – c’è qualcosa che non va.
Chiudendo i lavori il fondatore di Regina Pacis, Don Dante Bruno, ha dichiarato che “ci vuole la terapia combinata insieme alla parola di Dio per recuperare questi nostri fratelli “
Ci sono chiese di Satana – ha detto Don Dante Bruno – dall’Ucraina agli Stati Uniti ma ci si allontana dalla Chiesa di Dio. Dobbiamo affrontare la ludopatia – ha chiuso Don Dante – con amore ed empatia