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Parla il fotografo reggino Alessandro Serranò: è lui l’autore dello scatto agli appunti di Berlusconi. “La Russa dice che è un fake? No, è reale”

E’ di un reggino, precisamente di un fotografo originario di Melito Porto Salvo, lo scatto “simbolo” di questo inizio legislatura. Si chiama Alessandro Serranò e ieri, nell’Aula del Senato, ha immortalato gli appunti di cui ormai si parla da ore e che rappresentano lo strappo politico all’interno della maggioranza: un foglio in cui Silvio Berlusconi definisce il comportamento della premier ‘in pectore’ Giorgia Meloni “supponente, arrogante, prepotente, offensivo”.

La foto non è un fake. E’ una foto realissima, fatta ieri mattina nell’Aula del Senato. E’ successo quasi per caso. Ieri, sopraffatto dalla stanchezza, visto che ero dalle 5 del mattino a Palazzo Madama, io neanche l’ho vista”, ha spiegato il fotografo di Agf, intervistato da Diego Bianchi a Propoganda Live, programma tv di La7.

Serranò ha così voluto replicare alle illazioni del neo presidente del Senato, Ignazio La Russa, che in merito alle foto aveva dichiarato: “Io credo che il presidente Berlusconi dovrebbe dichiarare quello di cui io sono quasi certo, che quella foto è fake, però deve dichiararlo lui non lo posso dire io”.

 

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“Questa mattina – ha continuato Serranò -, rivedendo con i colleghi il lavoro svolto, ho messo la foto ‘in circuito, come diciamo noi in gergo, e mandata al mio principale committente che è Repubblica. Da lì è partito tutto. A conferma di quanto questo sia reale, ho fatto un post sul mio profilo Instagram in cui ho allegato la sequenza di dieci scatti che portano poi alla foto simbolo di questa ‘rottura’”.

‘Berlusconi voleva farsi notare apposta?’, chiede Bianchi. “Può essere una cosa fatta apposta. Perché tutti i senatori e i deputati sanno che ci sono telecamere e macchine fotografiche pronte a immortalare qualsiasi cosa. Per me non è sbirciare, ma professionismo. Andare a trovare la notizia, anche nella monotonia. Io, tra l’altro, non ho sbirciato. Le mie – ha aggiunto Serranò – non erano foto ‘strette’ agli appunti di Berlusconi. Non mi sarei permesso e mai lo farò. Si tratta di una foto larga, scattata in una frazione. Io ho anche delle foto di quel momento, che non ho mandato, trattandosi di appunti privati”.

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