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Consiglio comunale di Reggio, Italia Viva: “La minoranza obbedisce ad interessi di partito non al mandato dei cittadini”

“Prima l’accerchiamento, poi l’isolamento. Non è stato un bello spettacolo quello andato in scena durante l’ultima seduta del Consiglio comunale reggino. Il leghista Nino Minuci è finito sotto l’ignobile batteria del “fuoco amico”, richiamato all’ordine di scuderia solo perché, legittimamente, ha stigmatizzato le frasi ingiuriose ed offensive che Occhiuto e  Cannizzaro hanno rivolto dal palco di Piazza Duomo alle istituzioni ed i cittadini reggini, ma soprattutto ha chiesto che la Regione risponda al dettato normativo che prevede il trasferimento delle funzioni alla Città Metropolitana. Cosa ha fatto di tanto scabroso il povero Minicuci? Ha invitato Occhiuto a porgere le proprie scuse, dando  risposte alla città di Reggio su temi delicatissimi come la sanità, l’aeroporto, ed appunto il mancato trasferimento delle deleghe alla Città Metropolitana”. Cosi in una nota i consiglieri del gruppo Italia Viva al comune di Reggio Calabria.
“Minicuci ha semplicemente detto la verità ed ha fatto quello per cui è stato eletto – aggiungono i consiglieri di Italia Viva  – e cioè difendere gli interessi di Reggio e dei reggini. Cosa che, evidentemente, ha irritato i rappresentanti delle altre forze di centrodestra  al punto, dapprima, da redarguire immediatamente il buon Minicuci, con urla e battibecchi perfino nei corridoi, per poi dissociarsi e prendere platealmente le distanze da quello che è il loro portavoce, candidato sindaco nell’ultima tornata elettorale”.
“La minoranza – prosegue la nota  – anche in questo caso, ha gettato la maschera, dimostrandosi serva di un padrone politico, telecomandata da un personaggio di partito, attenta a non urtare certe sensibilità soprattutto nel momento in cui, in altre sedi, dopo il voto delle politiche, si discute di spartizioni di incarichi e poltrone. Una vergogna, una meschinità volgare ed inaccettabile giocata sulla pelle della comunità reggina che non merita una destra tanto prona ed asservita ai desiderata di un capo politico”.
“Abbiamo assistito, nel corso dell’ultimo civico consesso, ad una vera e propria rappresaglia contro un uomo che ha espresso un libero pensiero che, registrata la reazione scomposta dei propri colleghi, ha dovuto dimostrare una sorta di retromarcia, chiedendo di poter intervenire così da “esprimere meglio il proprio concetto” e mestamente sottolineare che di non aver mai detto “che Occhiuto non sia bravo”. Questa è l’opposizione che troviamo tra i banchi di Palazzo San Giorgio – concludono i consiglieri IV – questa è la pochezza che, in assenza di contenuti, emerge di fronte alla realtà dei fatti e ad una verità oltremodo scomoda per una destra zerbinata, priva di dignità, buona da agitare in campagna elettorale e pessima per difendere i bisogni, le necessità e le istanze dei nostri concittadini”.
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