di Paolo Ficara – Fame da derby. A memoria, l’ultimo tutto esaurito (o quasi) al “Granillo” risale al playoff del 2011, uno 0-0 nella gara d’andata con il Novara. Il primo posto in classifica ed un rivale come il Cosenza consentiranno di gremire i gradoni dell’impianto di viale Galilei, per l’ottavo turno della Serie B con fischio d’inizio sabato 8 ottobre alle ore 16:15.
La sfida si carica da sola. Pochi mesi fa è valsa come riscatto di un’annata con ombre (tecnico-sportive) più grandi delle luci. Una festa targata Folorunsho e Stellone. Adesso, oltre alla supremazia calcistica regionale, ci sono in ballo tre punti importanti per riscattare lo stop di Modena e mantenere un vantaggio sulle inseguitrici.
Al di là della pessima prestazione di un arbitro che ne ha già combinate di cotte e di crude in Serie A, è importante non aver trovato alibi per una sconfitta in cui ci sono anche le colpe della Reggina. I due stop in campionato sono accomunati dall’incapacità di rimontare lo svantaggio. Le valutazioni arbitrali dannose sono infatti accadute sullo 0-0. Dopo si è solo provato a gettare dentro tutti gli attaccanti, ottenendo il medesimo risultato di Terni.
Il calcio non è solo campagna acquisti e partita alla domenica, ma anche gestione di quei momenti in cui si può abbassare la tensione. Avevamo auspicato che la Reggina alzasse l’asticella dell’obiettivo stagionale, durante la sosta, come ulteriore stimolo verso i calciatori oltre che per l’ambiente circostante. Ci si è schermiti ancora, parlando di salvezza. Stessa cosa ha fatto il Brescia, per bocca del proprio allenatore. Sarà un caso che entrambe abbiano perso?
Chissà se è un caso anche la vittoria in extremis ed in rimonta dell’Udinese a Verona, in Serie A. Dubitiamo che in Friuli qualcuno pensi che i bianconeri di Andrea Sottil siano più forti dell’Inter o della Juventus. Ma durante la pausa, da terzi in classifica, si è parlato dei fasti dell’era Guidolin legati alle coppe europee. Autostima. Fiducia nei propri mezzi. Audacia.
Nessuno pensa o afferma che la Reggina sia più forte del Cagliari, del Genoa o del Parma. Ma se fai cinque vittorie in sei gare, di cui quattro con almeno tre reti all’attivo, non è che devi vincere 7-0 per azzardarti di accarezzare l’idea di un traguardo non preventivato. In ogni caso, il monte ingaggi degli amaranto è tra i primi otto della categoria. L’obiettivo salvezza, sia a parole che nei fatti, va lasciato a chi ha investito un terzo.
Ed è il caso del Cosenza, forse tra i pochi club a non rinforzarsi rispetto alla precedente stagione. Significativo il lavoro di Davide Dionigi, che ha plasmato la squadra in base alle caratteristiche dei calciatori, rinunciando ad alcuni dogmi risalenti ad esempio alla sua esperienza sulla panchina della Reggina. Il grande ex di questo derby, match-winner da attaccante nel 1997 in un Comunale pieno oltre il limite di capienza, si presenterà per la prima volta da allenatore avversario al “Granillo”.